La nuova direttiva sulle case green è stata approvata dal Parlamento Europeo nella giornata del 12 marzo 2024. Il provvedimento chiede agli Stati membri di rinnovare il parco immobiliare (residenziale e non residenziale). Un rinnovo che deve essere incentrato verso la riqualificazione energetica. Rendere, quindi, green quegli edifici che non lo sono.
L’obiettivo è la salvaguardia dello spreco energetico e della situazione climatica in cui si trova oggi il pianeta. Ad esempio, è detto stop agli incentivi, dal 2025, per le caldaie alimentate da metano/gas, e alla loro installazione a partire dal 2040.
L’Europa chiede agli Stati membri di trovare soluzioni per i proprietari di casa per sostenerli nei lavori necessari allo scopo. Chiede anche di trovare soluzioni alternative agli attuali incentivi fiscali previsti nella forma dei bonus edilizi (detrazioni). Soluzioni che devono permettere ai possessori di immobili di recuperare in maniera diretta ed immediata la spesa affrontata, come lo era lo sconto in fattura per esempio.
Ad ogni lavoro il suo bonus edilizio
L’Italia è uno dei Paesi che prevede già bonus per chi fa lavori sugli immobili. Lavori di ristrutturazione, lavori finalizzati al risparmio energetico, interventi finalizzati all’eliminazione barriere architettoniche.
A ciascuna tipologia di intervento, quindi, il suo bonus edilizio. Ci riferiamo, pertanto, al bonus ristrutturazione 50%, all’ecobonus ordinario 50% o 65%, al bonus barriere 75%, al superbonus, ecc. Beneficio da godere nella forma della detrazione fiscale in dichiarazione redditi spalmata in quote su più anni. Ad esempio, l’ecobonus ordinario e il bonus ristrutturazione 50% si spalmano in 10 quote annuali di pari importo. Il bonus barriere 75%, in 5 quote annuali di pari importo.
Questo significa, per il contribuente, recuperare parte della spesa ma farlo in più anni. Il legislatore italiano aveva fatto di più. Aveva previsto, dal 2020, la possibilità di optare, in luogo della detrazione fiscale, per lo sconto in fattura o cessione del credito.
Sconto in fattura e cessione credito, la strada del ritorno
L’utilizzo del verbo al passato non è un caso. Non tutto ciò che è bello dura. Il legislatore, pian piano, ha cominciato negli anni a restringere il campo di applicazione dello sconto in fattura e cessione del credito, fino a dire basta dal 17 febbraio 2023. Anche se allo stesso tempo continua a prevedere delle eccezioni, ossia ipotesi in cui le due opzioni sono ancora possibili. Dalla fine del 2023 poi arriva lo stop alle due opzioni anche per il bonus barriere 75%, prima non interessato dalle restrizioni.
Oggi, dunque, sono davvero pochi ancora i casi in cui, nel campo dei bonus edilizi, in Italia, è possibile optare per sconto o cessione. E laddove possibile è richiesto il rispetto di specifiche condizioni, legate alla data del titolo abilitativo o inizio lavori.
Ebbene un ritorno al passato potrebbe avvenire nei prossimi anni. A chiederlo è la direttiva europea case green. L’invito per gli Stati membri è quello di prevedere per i contribuenti soluzioni dirette ed immediate che permetterebbero ai contribuenti di recuperare, senza aspettare troppo tempo, le spese sostenute per gli interventi edilizi richiesti. E lo sconto in fattura o cessione del credito ne rappresentano un esempio.
È davvero l’inizio del ritorno?
Riassumendo…
- il Parlamento Europeo, ha approvato la direttiva case green con impatti sui bonus edilizi
- l’invito è quello anche di prevedere per i contribuenti, soluzioni immediate e dirette per il recupero delle spese da sostenere per i lavori da fare sulla casa
- e tra le soluzioni possibili, in Italia, ci potrebbe essere quella del ritorno allo sconto in fattura e cessione credito.