Li chiamano “Purpose Built Student Accomodation” e nel Regno Unito sono diventati una realtà molto diffusa, tanto che già nel 2017 si stimava che il 60% degli studenti universitari che vivevano fuori casa vi ci abitassero. Parliamo di immobili costruiti appositamente per studenti, specie dalle università, sebbene i privati siano dominanti a Londra nell’offrire tali soluzioni. Si caratterizzano per essere formati da un numero massimo di sei stanze e da spazi comuni per gli inquilini. La loro costruzione generalmente implica il sostenimento di costi inferiori rispetto ad abitazioni della stessa metratura.
Riqualificazione urbana driver per gli investimenti immobiliari all’estero
Non solo studenti, però. Sempre nel Regno Unito, si stanno diffondendo strutture pensate per la fetta della popolazione più anziana. In Italia, si chiamano Rsa, acronimo di Residenza sanitaria assistenziale, ma il cosiddetto “Senior Living” si mostra ben più sviluppato sul mercato britannico e riflette, insieme allo Student Housing, una domanda sempre più differenziata, che segue l’evoluzione demografica e degli stili di vita. Rispetto al passato, aumentano esponenzialmente i single e gli anziani, cioè fette di mercato con esigenze abitative differenti di quelle tipiche di una famiglia tradizionale.
Uno studente che vive fuori casa, ad esempio, non ha bisogno di un intero appartamento, così come un anziano necessita di assistenza e al contempo di un immobile pensato per muoversi senza difficoltà. Gli investitori istituzionali si stanno sempre più interessando a questi segmenti del mercato immobiliari, notandovi una possibilità di diversificazione del portafoglio e in un’ottica anti-ciclica. In effetti, non tutti gli immobili sono uguali. Nel caso di crisi dell’economia, come sappiamo i prezzi delle abitazioni, degli uffici e degli spazi commerciali tendono a deprimersi, ma non è detto che il fenomeno debba riguardare anche altre tipologie.
Student Housing e Rsa non dipendono dall’andamento dell’economia, perché le necessità abitative di studenti e anziani non mutano a seconda che vi sia o meno crisi. E questo non può che suscitare l’interesse di una realtà come ELVinvest, società con sede in Svizzera e attiva negli investimenti immobiliari all’estero, specie nel Regno Unito, dove ha in corso progetti all’infuori dell’area di Londra, tesi a garantire creazione di valore per i clienti. A titolo di confronto, si pensi che in Italia appena un trentesimo della domanda di abitazioni da parte degli studenti è soddisfatta da strutture ricettive ad hoc e quasi sempre gestite da università ed enti religiosi. L’offerta privata manca sostanzialmente del tutto.
Mercato immobiliare estero come risposta alla crisi strutturale dell’euro
Che il Regno Unito sia destinato a regalare soddisfazioni in questi segmenti lo confermano anche i numeri più recenti. Nonostante siano stati messi a disposizione altri 32.000 posti letto per gli studenti nel 2019, la domanda ha superato ancora una volta l’offerta. E ben l’87% dei nuovi letti è stato offerto dal settore privato. Altri 114.000 posti letto sono in programmazione, di cui risultano approvati i progetti per i due terzi del totale. E malgrado le dicerie sulla Brexit, il numero degli studenti stranieri nel Regno Unito continua a crescere, essendo arrivato a un quinto del totale, segnando +70.000 presenze in meno di un decennio.