Andare dal dentista e pagare con carta di credito o bancomat conviene (cashback). Lo stesso dicasi se si va dal fisioterapista o si effettua una visita medica specialistica privata.
Le spese sanitarie danno infatti diritto a una detrazione fiscale pari al 19%. Tali fatture, come noto, devono essere riportate in dichiarazione dei redditi in maniera tale da ottenere uno sconto sul versamento Irpef. Il che si traduce spesso in rimborsi a conguaglio in busta paga o sul cedolino pensione.
Spese sanitarie e cashback, si recupera il 29%
In aggiunta a ciò, va detto che se le prestazioni sanitarie vengono saldate tramite mezzi di pagamento elettronici, si ha diritto a un ulteriore rimborso del 10% (cashback).
Non poco. Di fronte a un simile rimborso diventa dura anche per gli evasori concordare uno sconto tale da invogliare i contribuenti a pagare in contanti. Anzi, quasi impossibile. Da questo punto di vista, quindi, l’evasione fiscale nel settore sanitario dovrebbe crollare drasticamente dal prossimo anno.
La dichiarazione dei redditi 2021
Considerato che il cashback di Natale è già partito, molti potrebbero approfittarne per pagare prestazioni sanitarie o acquistare farmaci già a dicembre. In tal modo, a febbraio 2021 arriveranno già i rimborsi pari al 105 della spesa sostenuta fino a un massimo di 150 euro di cashback. Mentre in estate si potrà beneficiare per la stessa spesa del rimborso Irpef del 19%.
Le spese sanitarie effettuate a partire da gennaio, invece, potranno essere recuperate solo con la dichiarazione dei redditi nel 2022. Mentre il cashback relativo sarà disponibile, come da regolamento, ad agosto 2021 per la spesa sanitaria sostenuta nel primo semestre dell’anno. A febbraio 2022, per la spesa sostenuta nel secondo semestre 2021.
La corsa al Cashback di Stato
Anche per questo motivo è scattata la corsa alla registrazione delle carte di pagamento sull’app IO.
Nonostante rallentamenti e disagi della vigilia, proseguiti quasi per tutto il giorno, nella sola app IO per i servizi digitali della pubblica amministrazione sono state caricate 1.157.840 carte di debito e carte di credito cui si aggiungono 122.685 carte pagoBancomat. E se app IO tocca nel primo giorno del Cashback i 7,6 milioni di download, con 2,8 milioni di utenti attivi nelle ultime 24 ore e picchi di oltre 14 mila operazioni al secondo, anche gli altri canali non sono da meno.
Codacons studia class action contro governo e PagoPa su App Io
La corsa al cashback ha portato a notevoli rallentamenti e blocchi sul sito dell’app IO. Al punto che si è creato un disservizio notevole per chi pensava di utilizzare il cashback già dal 8 dicembre e non ha potuto farlo.
Così è stata presentata un’azione legale da parte dei consumatori. In attesa che la Procura di Roma si attivi sull’esposto presentato dal Codacons relativamente ai disservizi dell’App Io, sull’extra cashback di Natale l’associazione si prepara ad una class action a tutela di tutti gli utenti coinvolti nel malfunzionamento della piattaforma.
A ridosso della partenza del programma di cashback l’applicazione IO ha subito un crash del sistema, impedendo a milioni di cittadini di iscriversi alla piattaforma e inserire il proprio Iban e le carte di credito/bancomat da utilizzare per i pagamenti elettronici – spiega il Codacons -. Una situazione che solo nelle ultime ore sembra andare verso una normalizzazione, ma che di fatto non ha permesso a una consistente fetta di consumatori di eseguire pagamenti con carte nella giornata dell’8 dicembre (data di avvio dell’extra cashback) e di concorrere quindi ai rimborsi previsti dalla norma.
“Un danno evidente che ha colpito una moltitudine di soggetti, e che potrebbe ora dare vita ad una class action del Codacons contro il Governo e PagoPa: l’associazione ha pubblicato infatti oggi sul proprio sito internet una pagina dove tutti i cittadini possono segnalare disservizi e problemi con l’app Io“, conclude il Codacons.