Nuove ombre sul funzionamento del cashback. Due le critiche su cui ci concentriamo oggi. Da un lato i costi relativi ai guadagni delle banche, dall’altro le difficoltà di accesso allo sconto per gli anziani.
Quanto paghiamo alle banche per il cashback
I dubbi in merito ai costi del cashback sono stati avanzati da una parte dei negozianti. Diversi i commercianti che, pur apprezzando la motivazione di base della misura, pongono l’accento sulle commissioni bancarie.
E non manca chi punta il dito contro la copertura economica insufficiente, parlando di pubblicità ingannevole.
Anziani esclusi dal bonus cashback?
E proprio a proposito delle difficoltà di accesso al bonus cashback l’altra nota dolente riguarda i soggetti esclusi. Le competenze tecnologiche richieste per la registrazione all’APP IO, l’attivazione delle carte di credito come metodo di pagamento e il monitoraggio delle operazioni rimborsate, di fatto escluderebbero parte della popolazione. Secondo le stime il 20%, in particolare anziani, avrebbero rinunciato al bonus cashback perché scoraggiati da questi passaggi. Lo hanno portato alla luce alcune delle più importanti associazioni a tutela dei consumatori. “Colpa” anche delle banche che, per il momento, non stanno aderendo alla possibilità, concessa dal Def, di adottare modalità alternative all’app IO. Le banche sulla carta potrebbero inglobare il cashback senza app IO nei servizi di home banking o addirittura direttamente nei loro ATM; ma di fatto non lo stanno facendo. Forse questa possibilità sarà introdotta nel 2021, quando il sistema entrerà a regime dopo la sperimentazione di dicembre.
Ad oggi alcuni anziani hanno “ovviato” al problema chiedendo aiuto a figli o nipoti ma quanti sanno che la possibilità non tecnologia esiste in realtà solo che non viene applicata?
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