In gioco c’è il futuro dell’euro
Potremmo anche sbagliarci, ma da qui al referendum non noteremo alcuna vera discesa in campo dell’ex premier contro le riforme istituzionali renziane, che peraltro ha votato per tre volte su quattro. Piaccia o meno ammetterlo, le pressioni internazionali perché vinca il “sì” sono molto forti, perché in gioco c’è più che una mezza riforma pasticciata della Costituzione italiana, la cui sorte non interessa davvero a nessuno all’estero. Il 4 dicembre è percepito come il 23 giugno scorso, un voto pro o contro l’Europa, pro o contro l’euro, ma con l’aggravante che sarebbe un secondo colpo a Bruxelles, forse stavolta fatale.