Sarebbe stato un bel colpo per l’economia turistica della città di Pompei, ma il Caso Sangiuliano rischia di far saltare tutto, visto che sta diventando ora una vicenda internazionale, con altri Paesi coinvolti nel G7 che vogliono vederci chiaro. Intanto, Maria Rosaria Boccia sembra diventata un fantasma e tutti continuano a chiedersi quali siano i reali rapporti con il ministro e se davvero c’è stato illecito. La Meloni, in assenza di prove oggettive, non può che accogliere la difesa del ministro, ma la posizione di quest’ultima vacilla, tanto che già si parla di possibile sostituto.
Uno scandalo internazionale
Si fa sempre meno chiara la vicenda che lega la Boccia la ministro Sangiuliano. La prima parla di nomina ricevuta come consigliera scelta per organizzazione di eventi, il ministro invece si difende asserendo che nessuna nomina è stata fatta. Dal 19 al 21 settembre però ci sarà il G7 in Italia e il 20 verrà ospitato da Pompei, scelta che ora sembra alquanto sospetta, vista la vicinanza proprio della boccia con la provincia campana. La donna sui social minaccia di pubblicare video e audio che confermano la sua versione dei fatti, e ci si chiede per quale motivo abbia addirittura filmato gli incontri con il ministro.
Insomma, il Caso Sangiuliano sta animando il dibattito pubblico, ma a quanto pare non soltanto in Italia. Secondo indiscrezioni proprio la Boccia aveva spinto per la tappa pompeiana, ma ora i vertici delle altre nazioni vogliono chiarimenti in merito, trasformando quindi il Caso Sangiuliano in un vero e proprio scandalo internazionale. Naturalmente, la situazione non fa che creare un certo imbarazzo alla Meloni, la quale al momento sta col suo ministro e crede alla sua versione, ma allo stesso tempo pensa di cancellare la tappa di Pompei per smorzare i toni, in attesa magari di documenti che attestino che effettivamente c’è stato illecito tra Sangiuliano e Boccia.
Caso Sangiuliano, si parla già di un sostituto
Non è un momento facile per il governo Meloni, alle prese con la Manovra per il piano strutturale di stabilità e ora anche con il Caso Sangiuliano. Tra le accuse anche il cambio di due uomini della scorta sostituiti in modo poco chiaro secondo gli accusatori. La credibilità del governo sta vacillando, a seguito anche di altre accuse ad esponenti del Parlamento di maggioranza. Per la Santanchè, invischiata in un’inchiesta per bancarotta, si parla di una sostituzione con Gianluca Caramanna, mentre a Raffaele Fitto dovrebbe subentrare Nello Musumeci. Per il ministro della cultura Sangiuliano invece aleggia invece l’ombra di Alessandro Giuli come possibile sostituto.
Naturalmente, al momento nessuna decisione è stata presa in merito al Caso Sangiuliano, le altre voci politiche cercano di essere prudenti, mentre l’opposizione fa il suo gioco e rincara la dose. Molto probabilmente, oltre alle possibili documentazioni presentate da Maria Rosaria Boccia, saranno decisive le pressioni internazionali, con un G7 che ora appare molto meno tranquillo e che potrebbe far pesare il suo scetticismo sulla regolarità dell’evento organizzato in Italia, in special modo a Pompei. La Meloni si troverebbe in questo caso costretta al cambio del ministro per gettare un po’ d’acqua sul fuoco.
I punti chiave…
- si fa sempre meno chiara l’organizzazione del G7 a Pompei dopo il Caso Sangiuliano;
- la nomina a consigliera della Boccia è sentita dal ministro, ma la donna ne ha le prove;
- le pressioni internazionali potrebbero costringere la Meloni alla sostituzione del ministro della cultura.