Alla fine, per il ministro Sangiuliano si temeva il peggio e così è stato. Dopo le dimissioni arriva anche l’inchiesta. Il caso Sangiuliano continua a far discutere e ora l’ex ministro della cultura è indagato per peculato e. Con quali soldi sono stati pagati i viaggi e i soggiorni di Maria Rosaria Boccia che lo ha accompagnato negli ultimi mesi? Ad occuparsi dell’inchiesta è la Procura di Roma.
Di cosa è accusato il ministro?
Stavolta altro che chiave d’oro di Pompei, il ministro rischia di entrare in possesso di tutt’altre chiavi.
La connessione di Sangiuliano in diretta tv quindi non ha dissuaso tutti, e c’è ancora chi giustamente vuole vederci chiaro. Anche se l’ex ministro ha giurato di non aver attinto dai fondi pubblici, c’è da stabilire se la Boccia non abbia comunque beneficiato impropriamente di alcuni enti finanziato dal Governo. I viaggi in Puglia e Liguria sembrano quelli su cui maggiormente si concentrerà l’indagine, poiché gli organizzatori che li hanno ospitati erano appunto finanziati da enti pubblici.
Caso Sangiuliano, cosa rischia?
C’è poi da capire quanto le auto blu si siano adoperate per portare a zonzo la sua amante. La Boccia sembra ormai determinata a rovinarlo completamente, affermando che più volte le auto della sua scorta l’hanno accompagnata fin sotto casa e l’hanno prelevata per portarla a concerti ed altri grandi eventi.
Mentre Sangiuliano querela la Boccai e le prepara una controdenuncia per diffamazione e altri reati, c’è intanto chi si chiede cosa effettivamente rischia ora l’ex ministro se i capi d’accusa verranno confermati dalla Procura di Roma. È presto per una sentenza e sarò necessario anche conoscere la gravità di alcune informazioni in possesso della Boccia, ma per quanto riguarda il peculato possiamo già fare qualche ipotesi. In base all’articolo 314 del codice penale sul peculato possiamo dire che il rischio comporta anche la reclusione fino a 10 anni. Nell’articolo in questione si legge: “il pubblico ufficiale o l’incaricato di pubblico servizio, che, avendo per ragione del suo ufficio o servizio il possesso o comunque la disponibilità di denaro o di altra cosa mobile altrui, se ne appropria, è punito con la reclusione da quattro anni a dieci anni e sei mesi. Si applica la pena della reclusione da sei mesi a tre anni quando il colpevole ha agito al solo scopo di fare uso momentaneo della cosa, e questa, dopo l’uso momentaneo, è stata immediatamente restituita”.
Riassumendo…
- il caso Sangiuliano non ha fine, e ora l’ex ministro rischia anche il carcere;
- indagato dalla procura di Roma per peculato e rivelazione di segreti d’ufficio;
- il reato di peculato è punto con la reclusione che può arrivare a un massimo di 10 anni.