Continuiamo a tenere accesi i riflettori sulla cassa integrazione: che cosa sta succedendo? A che punto sono le Regioni e quando arriveranno i pagamenti? Lavoratori a casa senza stipendio e senza CIG sono messi a dura prova economicamente. Facciamo il punto partendo dalle dichiarazioni del ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e analizzando la situazione regione per regione.
La cassa integrazione sarà pagata entro il 30 aprile?
Il ministro del Lavoro, Nunzia Catalfo, in uno dei suoi ultimi interventi alla radio, ha confermato che “2,8 milioni di lavoratori hanno già ricevuto anticipazione” da parte delle aziende e che “1,1 milioni di lavoratori dovrebbe avere il pagamento entro il 30 di aprile”. Rispondendo alle polemiche sui ritardi nei pagamenti della cassa integrazione ha spiegato il quadro sottolineando gli forzi messi in campo “il sistema che noi ci siamo trovati davanti, ovviamente, non poteva essere cambiato in un solo momento, pensando ad un altro tipo di ammortizzatore perchè i tempi sarebbero stati molto, ma molto più lunghi. Abbiamo semplificato tutte le procedure e tutti i modelli da presentare” e “rispetto ai tempi ordinari di erogazione della cassa integrazione il tempo è stato molto, molto ristretto“.
Il ministro ha quindi aggiunto che per chi è “in Fis, fondo d’integrazione salariale: 2,2 milioni sono stati già erogati, mentre rimangono 1,1 milioni che verranno anche questi erogati entro il 30 aprile“.
Dunque la “colpa” dei ritardi nei pagamenti è delle regioni? Vediamo quali sono quelle potenzialmente in ritardo con le comunicazioni all’Inps.
Pagamento cassa integrazione in deroga: la situazione in Abruzzo e in Sicilia
La polemica sulla gestione delle regioni per le richieste di pagamento della cassa integrazione in deroga e l’inerzia delle regioni, ha coinvolto soprattutto Abruzzo e Sicilia.
L’assessore al Lavoro, Piero Fioretti esclude che i ritardi nel pagamento degli importi dovuti possano dipendere dalla Regione Abruzzo: “Dall’apertura della piattaforma avvenuta l’8 aprile si è lavorato nei primi 3-4 giorni per agevolare la presentazione di domande correttamente formulate, con risposte telefoniche e via mail all’utenza. Dopo di che c’è stata l’azione di collegamento con l’Inps per l’invio e qui ci siamo imbattuti in un percorso complicato“. Secondo l’Assessore piuttosto servirebbe una procedura più snella: “l’altissimo indice di verifica dei file utilizzati da Inps blocca la procedura anche per inezie, rispedendo al mittente non solo la singola domanda ma l’intero pacchetto rappresentato da blocchi minimi di richieste che vanno dalle 100 alle 250 domande. Dopo di che si ricomincia di nuovo cercando di intercettare il form con l’errore di compilazione. Un sistema insostenibile“. Per dimostrare che la difficoltà è comune, ha spiegato anche che solo le regioni Marche e Lazio hanno “fatto un invio massivo ma le loro domande presentano un indice di errore pari 25% e rischiano di essere respinte dall’Inps con evidenti danni per i lavoratori; quelle inviate da Regione Abruzzo presentano invece minimi rilievi e facilmente sanabili“. Le richieste indirizzate alle Regione Abruzzo sono 10 mila e 300 su 27 mila lavoratori. Fioretti dice di aver potenziato la task force al lavoro portando a 30 i dipendenti regionali che dovranno smaltire entro fine mese le pratiche arretrate.
Intanto in Sicilia la denuncia viene portata avanti da Confapi : “Nonostante la costituzione di una task force di ben 138 persone istituita dalla Regione Siciliana per esitare le pratiche, ad oggi la mancata erogazione della cassa integrazione in deroga per l’emergenza coronavirus è l’ennesima costatazione di come il sistema burocratico amministrativo abbia compiuto l’ennesimo flop, infatti neanche uno degli assegni ai 135 mila lavoratori delle 33 mila aziende che ne hanno fatto richiesta è stato ancora emesso. Ancora nessuna pratica dalla Regione e trasmessa all’Inps, che a sua volta dovrà lavorare ogni singola pratica senza alcuna certezza sui tempi“, spiegano i portavoce della Confederazione delle Piccole e Medie Imprese Siciliane.