Cassa integrazione per autonomi, quanto spetta e chi può richiederla

Cig autonomi, come funziona: quanto spetta e chi ha diritto a richiedere e ricevere la cassa integrazione.
4 anni fa
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Lavoro autonomo senza partita IVA: tutte le alternative

Tra gli emendamenti alla Legge di Bilancio 2021 figura anche la nuova cig autonomi, una misura pensata appositamente per i liberi professionisti e le p. Iva in difficoltà che, a partire dal prossimo anno, potranno richiedere un aiuto concreto allo Stato in caso di perdita del lavoro (o di minori entrate). Come la cassa integrazione ordinaria, però, anche per avere accesso a questa bisogna essere in possesso di determinati requisiti.

Cig autonomi, come funziona

Con il via libera della commissione Bilancio della Camera all’emendamento riformulato, il Governo ha confermato l’intenzione di voler introdurre la cassa integrazione anche per i lavoratori autonomi: si chiamerà Iscro, acronimo che sta per “Indennità straordinaria di continuità reddituale e operativa”.

Della gestione della cig autonomi si occuperà l’Inps, dal ricevimento delle pratiche al riconoscimento della stessa a chi ne ha diritto.

Questa nuova misura, se confermata in Manovra, sarà attiva – in via sperimentale – a partire dal 2021 e fino al 2023. La prestazione potrà essere richiesta una sola volta nell’arco di un triennio e non sarà cumulabile con altri sussidi, come il reddito di cittadinanza.

Cassa integrazione autonomi, quanto spetta

La cig autonomi prevede il riconoscimento di un assegno da parte dell’Inps, su base mensile e per un massimo di sei mesi, cui importo può variare dai 250 euro agli 800 euro. Non sono stati ancora definiti però i criteri che concorrono alla formazione della somma, ovvero quali debbano essere le condizioni lavorative, personali e professionali che influenzeranno in diminuzione o in aumento la cifra erogata.

Chi ha diritto alla cig autonomi

Alla cassa integrazione autonomi non potranno accedere, indistintamente, tutti i professionisti. Trattandosi di una misura volta ad aiutare chi è in condizioni precarie e/o non può contare più su un’entrata fissa, la stessa sarà riconosciuta a chi ha subito perdite pari almeno al 50% del fatturato, nell’arco dei tre anni precedenti, purché si tratti di contribuenti che abbiano dichiarato un reddito non superiore agli 8.145 euro annuali.

Inoltre, potranno accedere al sostegno cassa integrazione solo i contribuenti con p. Iva attiva da almeno 4 anni che:

  • non sono titolari di trattamento pensionistico diretto e non sono assicurati presso altre forme previdenziali obbligatorie;
  • non sono beneficiari di reddito di cittadinanza;
  • sono in regola con la contribuzione previdenziale obbligatoria.

Questi requisiti devono essere posseduti alla data di presentazione della domanda. Al momento la misura è stata pensata per gli iscritti alla Gestione Separata Inps, ma a tal proposito la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo ha fatto sapere di essere intenzionata a estenderla ai professionisti iscritti agli Ordini.

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