Cassette di sicurezza nel mirino del fisco, come mettersi al riparo?

In arrivo il condono sulle cassette di sicurezza per fare emergere il denaro nascosto. 15% di imposta sul valore dichiarato. Come difendersi dal fisco?
6 anni fa
1 minuto di lettura

Il parlamento sta discutendo la possibilità di tassare le cassette di sicurezza. L’emendamento firmato Lega è al vaglio della commissione bilancio del Senato che sta valutando l’impatto costi/benefici sulle finanze pubbliche. Per un risparmiatore che possiede una cassetta di sicurezza, si tratterebbe di un altro salasso fiscale che andrebbe ad aggiungersi ad altre tasse sul risparmio di cui il nostro Paese è infestato. Ma per un evasore sarebbe l’ennesimo condono fiscale.

La tassa sulle cassette di sicurezza

La misura di tassare le cassette di sicurezza (si parla del 15% del valore contenuto in essa) avrebbe il duplice scopo di far emergere denaro nascosto e che quindi può essere rimesso in circolo negli ordinari circuiti bancari (scudo fiscale) e di combattere i traffici illeciti legati ad esso.

Per chi ha evaso il fisco e nascosto denaro, la tassazione sullo stile della voluntary disclosure applicata per i conti correnti all’estero potrebbe essere utile, ma per chi onestamente ha preferito custodire valori e risparmi nelle cassette di sicurezza delle banche, sarebbe un’ulteriore beffa.

Imposta del 15% sul denaro nascosto

Ecco allora che molti risparmiatori preoccupati si stano attrezzando per difendersi. A parte che non è ancora chiaro come verrà applicata la tassa, ma è lecito pensare che l’imposta una tantum (15%?) sarà applicata sul contenuto della cassetta di sicurezza, non sul fatto che se ne possieda una. Nelle cassette di sicurezza generalmente sono custoditi valori, ma anche documenti o oggetti che non hanno un valore intrinseco di per sé. Così come potrebbero esserci dei gioielli piuttosto che lingotti d’oro. Quindi starà in capo al proprietario della cassetta dichiararne il contenuto in denaro qualora volesse far emergere il contante nascosto. Diversamente, in mancanza di “autodenuncia”, non si capisce come il fisco possa venire a sapere del contenuto della cassetta di sicurezza.

Le alternative alla cassetta di sicurezza

In ogni caso, per fugare ogni dubbio, si dovrebbe svuotare la cassetta di sicurezza, chiudere il rapporto con la banca e nascondere tutto il contenuto in casa propria in una cassaforte o sotto il materasso.

Naturalmente si verrebbe a perdere la garanzia di risarcimento in caso di furto da parte di ladri. Cosa fare allora? La cosa migliore è non fare nulla e lasciare le cose come stanno. Del resto la legge tutela la segretezza del contenuto delle cassette di sicurezza, per cui il risparmiatore onesto potrà stare tranquilli anche se dovesse custodire somme di denaro regolarmente guadagnate o percepite. Il fisco, non potrà contestare nulla se la provenienza del contante è lecita, tracciabile e documentata.

Mirco Galbusera

Laureato in Scienze Politiche è giornalista dal 1998 e si occupa prevalentemente di tematiche economiche, finanziarie, sociali

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