Gli Stati Uniti continuano a mostrarsi in uno stato di grazia. Malgrado i timori di recessione che si rincorrono da mesi, l’economia cresce, la disoccupazione resta ai minimi da oltre mezzo secolo e l’inflazione scende. Meglio di così sembra difficile immaginare. Al contrario, l’economia europea può solo sperare per il momento di schivare la recessione e lotta ancora con un’inflazione da poco scesa sotto la doppia cifra. Per non parlare della crisi energetica, affievolitasi in apparenza solo grazie al clima invernale straordinariamente mite.
Sembra, cioè, che le famiglie americane stiano continuando a spendere, ma attingendo ai risparmi e indebitandosi ulteriormente. I loro debiti sono saliti a 18.844 miliardi, segnando una crescita di 2.600 miliardi rispetto al periodo pre-Covid. Qualcosa come +10% del PIL. Non è un problema secondario, dato che il 70% del PIL negli Stati Uniti è formato dai consumi delle famiglie. E questi si reggono sull’indebitamento, che a sua volta è stato per molti anni sorretto dai bassissimi tassi d’interesse. Ma la Federal Reserve li sta alzando per combattere l’alta inflazione. Di conseguenza, i tassi sui mutui a 30 anni sono esplosi fino al 7,08% a novembre. Questa settimana, risultano al 6,33%, comunque quasi il doppio del 3,45% di un anno fa.
Economia europea dipendente da export
E di fatti gli interessi sborsati dalle famiglie sono saliti al 9,75% del reddito disponibile medio, ai massimi dal primo trimestre del 2020. D’altra parte, ad indebolirsi sono proprio i redditi delle famiglie, che stanno crescendo meno dell’inflazione.
Il punto è che la FED si trova al bivio. Se continua ad alzare i tassi, rischia di far crollare le basi su cui si regge l’economia americana. Se smette di alzarli, rischia di prolungare l’agonia dell’inflazione. E a sua volta, essa picconerebbe i redditi e gli stessi consumi. Praticamente, questi risultano sotto stress in qualsiasi scenario. Responsabilità di una politica economica per troppo tempo impostata a Washington sul connubio tra ampi stimoli fiscali e monetari. Lo stato federale spende molto e tassa poco. Così, aiuta l’economia americana sostenendone consumi e investimenti. E la FED tiene i tassi bassi per rendere possibile che nessuno paghi il conto. Ma poiché i pasti gratis non esistono, alla fine qualcuno dovrà pure pagare. E saranno gli stessi beneficiari di pranzi e cene a sbafo per troppi anni.