Sono lontani i tempi delle nonne che tenevano i soldi sotto il materasso! Oggi ormai molti pensionati hanno l’accredito diretto della pensione sul conto corrente e usano senza problemi carte di credito e bancomat. Per non parlare dei più giovani, figli di una società sempre più contactless per i pagamenti. La preferenza per le transazioni elettroniche risponde ad un’esigenza di tracciabilità per il Fisco ma anche di maggiore sicurezza per chi trasferisce soldi che, in questo modo, evita di girare con contanti in tasca.
Il Fisco guarda sotto il materasso?
Ci siamo già occupati dei rischi fiscali delle grosse somme in contanti, che potrebbero insospettire il Fisco. Molti si preoccupano delle verifiche sui conti corrente e gli spostamenti in denaro ma anche la liquidità può avere conseguenze. Si perché tenere i soldi sotto il materasso non è illegale ma può diventarlo se si spendono senza saperne giustificare la provenienza.
Quanto valgono 10 mila euro in contanti di oggi tra qualche anno
A metterci in guardia su questo rischio del tenere soldi sotto il materasso è il Bollettino economico della Banca d’Italia (BdI). L’inflazione rosicchia le banconote. Questo è un rischio che c’è sempre ma in alcuni periodi storici di maggiore incertezza economica si fa più pressante. E ora siamo senza dubbio in uno dei contesti a rischio. L’incognita è la guerra in Ucraina.
Gli esperti della Bankitalia hanno fatto una proiezione dell’ inflazione nei prossimi 24 mesi. Anzi ne hanno fatte tre a dire il vero, ipotizzando un tris di scenari. E anche il più ottimistico di questi non è certo roseo.
La guerra in Ucraina e i soldi sotto il materasso
Il bollettino BdI ha stimato il calo di valore di 10 mila euro causa inflazione, rispettivamente, bassa, media e alta. E, come detto, tutto dipende anche dagli sviluppi della guerra in Ucraina.
In caso di accordo imminente tra Russia e Ucraina (scenario ottimistico) il carovita 2022 potrebbe assestarsi al 4% nel 2022 e scendere all’1,8% nel 2023.
Nello scenario di mezzo (quello di guerra prolungata), il costo della vita potrebbe salire del 5,6% nei prossimi mesi e del 2,2% l’anno prossimo.
Infine troviamo lo scenario peggiore, che prevede l’interruzione delle forniture di gas russo. L’inflazione in questo caso sfiorerebbe l’8% nel 2022 e potrebbe scendere di un altro 2,3% l’anno prossimo. Tanto per rendere meglio l’idea della perdita, in questa terza ipotesi quelle che lo scorso anno erano 10 mila euro, quest’anno diventerebbero 9.200 euro, e a fine 2023 circa 8.990 euro. Ovviamente ci riferiamo al potere d’acquisto dei contanti. Il valore nominale, infatti, resta 10 mila euro ma di fatto, in termini di spendibilità, varranno meno.