Arriva la neve ma non si può andare a sciare. Aldilà della delusione degli appassionati il problema riguarda la valanga economica si abbatte sui gestori degli impianti che restano chiusi a causa del Covid. In Piemonte si cerca di compensare con il bonus montagna. Chi può richiederlo e come funziona?
L’investimento è di 20 milioni di euro e coinvolge i responsabili delle piste ma anche istruttori e addetti a diverse mansioni. Ma ci sono da considerare anche attività collaterali indirettamente colpiti dalla chiusura degli impianti.
Una cifra che da sola non basta a sostenere tutto il settore, cosa di cui le autorità regionali sembrano essere ben consapevoli. Ma quantomeno questo accordo con il governo è un passo iniziale.
L’indotto medio registrato dalle attività sciistiche, è di 800 milioni approssimativamente. Di questa cifra un decimo deriva proprio dal fatturato delle stazioni sciistiche.
L’annuncio ufficiale del bonus montagna per i maestri di sci era stato confermato dal presidente Alberto Cirio in un comunicato della Regione Piemonte
in risposta ai rappresentanti delle scuole di sci che avevano manifestato sotto al Palazzo della Regione per testimoniare le difficoltà che la mancata partenza della stagione invernale. Si tratta di un contributo riservato agli istruttori di sci. In Piemonte ce ne sono tre mila iscritti all’albo. L’agevolazione serve a compensare la mancanza del fatturato. Previsto un sussidio fino a due mila euro.
“Nei prossimi giorni verrà definita con la categoria il meccanismo tecnico di attribuzione, in modo da garantire la massima equità al provvedimento”
Dicono dalla Regione, confermando anche lo sforzo comune di trovare una modalità per riaprire da gennaio piste e impianti operativi in sicurezza.
L’assessore regionale allo Sport Fabrizio Ricca ha paragonato le montagne del Piemonte ai lidi delle località di mare: “il comparto invernale, con i suoi sport e il suo turismo, sono uno snodo strategico indispensabile per l’economia del nostro territorio.
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