Cedolare secca in dichiarazione dei redditi, come si paga?

Il pagamento della cedolare secca in dichiarazione redditi dipende dal modello dichiarativo utilizzato. Ecco tutte le regole
2 anni fa
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cedolare secca in dichiarazione redditi

La cedolare secca nel 730 si paga in modalità diversa a seconda dei casi. Dipende da come si presenta questo modello dichiarativo.

Spazziamo via subito la questione per chi fa la dichiarazione dei redditi con il Modello Redditi Persone Fisiche. Questi pagano la cedolare esclusivamente con Modello F24 alle stesse scadenze previste per l’IRPEF. Quindi, entro il 30 giugno 2023 si paga il saldo cedolare 2022 e primo acconto 2023. Il pagamento può farsi anche entro il 31 luglio 2023 applicando la maggiorazione dello 0,40%. Il secondo o unico acconto 2023 si paga entro il 30 novembre di questo stesso anno.

I codici tributo da utilizzare per il pagamento e da inserire nell’F24 sono:

  • 1840 – primo acconto 2023 (scadenza 30 giugno 2023 oppure 31 luglio con maggiorazione 0,40%);
  • 1841 – secondo o unico acconto 2023 (scadenza 30 novembre 2023);
  • 1842 – Saldo 2022 (scadenza 30 giugno 2023 oppure 31 luglio con maggiorazione 0,40%).

Il primo acconto e il saldo si possono rateizzare al massimo fino a novembre 2023. Il secondo o unico acconto, invece, non si può rateizzare.

Come funziona la cedolare secca

La cedolare secca è un regime di tassazione del canone di locazione. È però un regime sostitutivo della tassazione ordinaria.

In sostanza il canone di locazione percepito dal proprietario dell’immobile dato in affitto è, ordinariamente, soggetto ad IRPEF e relative addizionali. Inoltre, quando si registra il contratto all’Agenzia Entrate bisogna pagare l’imposta di registro e di bollo.

Il locatore, dunque, riporta nella sua dichiarazione dei redditi il canone annuo percepito. Tale canone concorre al suo reddito complessivo ai fini IRPEF e quindi, soggetto, a tale tassazione (aliquote per scaglioni di reddito).

Il legislatore, concede la possibilità di optare per una tassazione sostitutiva dell’IRPEF, ossia per la cedolare secca. Facendo questa scelta, il canone di locazione è tassato con unica aliquota del 21% e non concorre a formare il reddito complessivo IRPEF. Tale canone, comune, deve essere riportato in dichiarazione redditi ed è in questa sede che è liquidata la cedolare dovuta.

L’opzione per la cedolare si può fare in sede di registrazione del contratto o anche successivamente. Se fatta in sede di registrazione non si pagano l’imposta di registro e di bollo e si applica per tutta la durata del contratto stesso. Se, invece, fatta nelle annualità successive, la tassazione sostitutiva si applica per la restante durata del contrattato e non si dà luogo a rimborso dell’imposta di registro e bollo pagate in sede di registrazione.

La cedolare, ricordiamo, è ammessa solo se la locazione riguarda immobili ad uso abitativo e locati al di fuori dell’esercizio d’impresa.

Il pagamento della cedolare nel 730

Come detto, la cedolare secca si liquida in sede di dichiarazione redditi. Se la dichiarazione redditi è fatta con 730 con sostituto d’imposta (precompilato o ordinario), non bisogna preoccuparsi. L’imposta a debito, infatti, sarà trattenuta direttamente dal datore di lavoro in busta paga (se lavoratore dipendente) o cedolino pensione (se pensionato).

In caso di 730 precompilato senza sostituto d’imposta, il contribuente ha due chance. Decidere di chiedere direttamente l’addebito in conto corrente (tale scelta deve essere fatta in sede di compilazione e invio del 730) oppure pagare con Modello F24. Infine, in caso di 730 ordinario senza sostituto bisogna pagare con Modello F24.

Come si paga la cedolare secca nella dichiarazione redditi

Il pagamento della cedolare secca in dichiarazione redditi, quindi, dipende dal modello dichiarativo utilizzato.

Se si fa la dichiarazione con il Modello Redditi o con Modello 730 senza sostituto d’imposta, si deve pagare con Modello F24 utilizzando i seguenti codici tributo:

  • 1840 – primo acconto 2023 (scadenza 30 giugno 2023 oppure 31 luglio con maggiorazione 0,40%);
  • 1841 – secondo o unico acconto 2023 (scadenza 30 novembre 2023);
  • 1842 – Saldo 2022 (scadenza 30 giugno 2023 oppure 31 luglio con maggiorazione 0,40%).

Chi fa il 730 precompilato senza sostituto può, in alternativa, chiedere direttamente l’addebito delle imposte in conto corrente.

Infine, chi fa il 730 con sostituto d’imposta (ordinario o precompilato) non deve preoccuparsi di fare il versamento con Modello F24. Infatti, le imposte a debito (inclusa la cedolare secca) sono trattenute direttamente in busta paga o cedolino pensione. Le trattenute iniziano dal mese di luglio (se lavoratore dipendente) o agosto/settembre (se pensionato).

Pasquale Pirone

Dottore Commercialista abilitato approda nel 2020 nella redazione di InvestireOggi.it, per la sezione Fisco. E’ giornalista iscritto all’ODG della Campania.
In qualità di redattore coltiva, grazie allo studio e al continuo aggiornamento, la sua passione per la materia fiscale e la scrittura facendone la sua principale attività lavorativa.
Dottore Commercialista abilitato e Consulente per privati e aziende in campo fiscale, ha curato per anni approfondimenti e articoli sulle tematiche fiscali per riviste specializzate del settore.

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