Renzi rischia un flop fatale in Sicilia
Un flop degli azzurri non gli farebbe bene, anche perché in vista di possibili accordi a Roma per un governo di larghe intese tra PD e Forza Italia dopo il voto, quest’ultima dovrà mostrarsi relativamente forte e trattare così alla pari la nascita del nuovo governo. Il trend calante per i democratici aiuta Berlusconi in tal senso, ma a questo punto serve non compiere passi falsi.
Il rischio di flop sarebbe serio per gli azzurri, nel caso di mancato appoggio di Musumeci, viste le tensioni interne molto forti sull’isola. I dirigenti ex An e, più in generale, della Sicilia orientale si sono apertamente schierati con il candidato della destra, mentre il coordinatore regionale è stato il più dubbioso sul nome, dopo averne affossato già la vittoria nel 2012, che sarebbe stata alla portata, qualora Miccichè e Raffaele Lombardo allora non avessero optato per correre da soli, dividendo il centro-destra.
Di certo, c’è che chi perdesse in Sicilia uscirebbe molto indebolito sul piano nazionale. Il segretario del PD, Matteo Renzi, trema alla sola idea di potere arrivare terzo e mostrarsi un leader sconfitto per almeno la terza volta consecutiva in meno di un anno. Proprio per evitare uno scenario apocalittico per l’ex premier dem, i consiglieri “aziendalisti”, da Gianni Letta a Fedele Confalonieri, avevano suggerito a Berlusconi di non presentarsi unito agli alleati e di stringere un accordo con i centristi, in vista di futuri scenari nazionali ritenuti più allettanti per gli interessi del Biscione. Pare che stia prevalendo l’alternativa politica più rassicurante e non di rottura, per quanto imporrà un prezzo ai “lepenisti” di casa nostra: assistere a una probabile ridiscesa in campo a tutto tondo del loro scomodo alleato. (Leggi anche: Grillo al governo, Berlusconi e l’errore fatale che parte dalla Sicilia)