I buoni propositi, stavolta, non sono bastati. E nemmeno la prospettiva di disincagliare una quantità enorme di crediti legati alle agevolazioni edilizie, a partire dal Superbonus 110%. La piattaforma Enel X non s’ha da fare. Almeno non nei termini che ci si aspettava.
La deadline è fissata al mese di settembre. Una scadenza orientativa, per carità, ma comunque abbastanza indicativa circa la volontà di procedere il più velocemente possibile con le operazioni di sblocco dei crediti connessi agli interventi edili. Tuttavia, almeno per ora, l’atteso potenziamento della piattaforma destinata all’acquisto dei crediti fiscali non arriverà.
Per il resto, di passi avanti non ce ne sono stati. Né, probabilmente, ci saranno a breve. La piattaforma, così com’era stata pensata, non solo non ha attivato i propri strumenti di acquisizione ma non ha sviluppato nemmeno step successivi alla semplice ipotesi.
Il problema principale è stato legato alla mancanza di partner effettivi, specie sul piano bancario. In sostanza, Enel ha annusato il rischio di ritrovarsi in una posizione di maggior indebitamento a fronte della possibilità, sempre più remota, di riuscire a recuperare le spese sostenute nell’acquisizione dei crediti. E questo anche per le difficoltà nell’ottenimento della necessaria licenza per ottenere la possibilità di rivendere i crediti alla clientela. In sostanza, l’auspicata partnership interbancaria non avrebbe dato i risultati sperati. E, per questo, il progetto Enel X si è di fatto arenato prima del previsto, non riuscendo a centrare gli obiettivi minimi per la sua costituzione.
Enel X addio: cosa succede ora ai crediti incagliati
Fondamentalmente, per chi attendeva lo sblocco della piattaforma per sperare anche in quello dei crediti, non cambierà nulla.
Quella di Enel X era unicamente una delle ipotesi in campo e, per quanto la prospettiva apparisse interessante, non aveva fin qui fornito gli elementi necessari a renderla realmente fattibile. Inoltre, le banche hanno già iniziato ritirare i crediti incagliati, così da sgravare la capienza fiscale operando finalmente le cessioni alla propria clientela. Un ulteriore vantaggio dovrebbe arrivare dalla possibilità di cedere anche i crediti maturati prima dell’introduzione, in forma obbligatoria, del requisito della tracciabilità. Una chance concessa proprio nell’ottica di alleggerire il peso dei crediti rimasti inutilizzati.
Le alternative bloccate
A ogni modo, le procedure di sblocco attivate per tempo non sembrano in grado di fornire una soluzione definitiva. Anzi, la possibilità di intervenire con risorse pubbliche si assottiglia con il passare del tempo e l’avvicinarsi della Manovra, per la quale ci si ritroverà già costretti a operare tagli in altri settori per reperire le risorse necessarie. Persino l’eventuale intervento delle Regioni, al netto di qualche esperienza positiva, sembra tramontato definitivamente. A meno che il modello lucano non permetta di rilanciare, per vie traverse, l’impiego delle amministrazioni regionali come potenziale interlocutore per la cessione dei crediti.
Per il momento, quindi, ci si dovrà basare unicamente sulle piattaforme attive per la cessione del credito. Un altro dei problemi, forse il principale, è legato però ai tempi: esiste il rischio, infatti, che l’attesa proroga del 110% sugli interventi in condominio non trovi il riscontro atteso. Il che andrebbe a pesare direttamente sulle spalle di chi ha fatto richiesta per l’avvio dei lavori, sui quali andrebbe a gravare il peso delle spese avviate. Sempre che non arrivino, all’ultimo momento, risorse impreviste.
Riassumendo…
- La piattaforma Enel X non è partita. Le procedure di sblocco dei crediti incagliati non potranno quindi beneficiare del servizio;
- per i crediti bloccati non cambia sostanzialmente nulla. C’è però il rischio che la proroga attesa sul 110% per i lavori in condominio non arrivi. Nel qual caso, le spese graverebbero sulle spalle di chi ha fatto richiesta.