Cessione del credito sospesa. Quali rimedi in dichiarazione dei redditi?

Con molte pratiche di cessione del credito 2021 sospese, il contribuente deve decidere se rimediare allo stallo con la dichiarazione dei redditi
2 anni fa
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Cessione del credito
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Contribuenti e imprese con problemi sulle pratiche di cessione dei crediti 2021.

Molti contribuenti stanno ancora aspettando la risposta della banca in merito a pratiche di cessione relative a spese sostenute nel 2021. Vuoi per lungaggini nella verifica della documentazione, vuoi anche per l’incertezza normativa degli ultimi mesi, le banche stanno prendendo tempo ad accettare pratiche 2021. Le limitazioni di responsabilità previste con il recente DL 115/2022, decreto Aiuti-bis, potrebbero aiutare a sbloccare la situazione. A ogni modo, il contribuente potrebbe decidere di tutelarsi, in attesa di un’eventuale sblocco della pratica, indicando la 1° rata di detrazione in dichiarazione dei redditi.

Infatti, pur se il contribuente o l’intermediario ha inviato la comunicazione della cessione del credito all’Agenzia delle entrate, la stessa non è perfezionata in quanto manca la relativa accettazione del credito da parte della banca.

Una volta indicata la 1° rata della detrazione in dichiarazione dei redditi, quali rimedi ha a disposizione il contribuente?

La cessione dei crediti. Le pratiche in sospeso

Nella recente relazione della Commissione Parlamentare di inchiesta sul sistema bancario e finanziario, è messo in evidenza il numero delle richieste di cessione del credito  nette – ripartite fra quelle in lavorazione, quelle deliberate e quelle erogate (periodo giugno 2020- giugno 2022) e relative alla cessione dei Crediti superbonus 110%, dei Crediti con recupero in 10 anni nonchè dei Crediti con recupero in 5 anni.

In particolare,

  • Il 38% delle richieste (pari a complessive 514.295) sono in fase di lavorazione,
  • il 62% delle richieste (pari a 835.840) sono state deliberate o erogate.

Le richieste erogate (pari al 47% delle richieste) sono state pari a: 524.649 per i crediti con recupero in 10 anni (pari all’82%); 107.041 per i crediti superbonus 110% (pari al 17%); 4.381 per crediti con recupero in 5 anni (pari all’1%).

A ogni modo, il numero di pratiche in lavorazione/sospese sono moltissime.

Molte banche stanno suggerendo ai propri clienti di ritirare le pratiche sospese, in tal modo viene proposto un compromesso ai fini della cessione del credito.

Quali rimedi in dichiarazione dei redditi?

Come detto in premessa, in attesa di un’eventuale sblocco della pratica, il contribuente potrebbe decidere di indicare la 1° rata di detrazione in dichiarazione dei redditi.

In particolare, il contribuente che ha sostenuto la spesa nell’anno 2021, ha la possibilità:

  • di fruire della prima rata di detrazione spettante(2021), indicandola nelle relativa dichiarazioni dei redditi, 730-2022 o modello Redditi per poi,
  • cedere il credito corrispondente alle restanti rate di detrazione.

La cessione delle rate residue deve essere effettuata per il totale e non è revocabile.

Se nel frattempo viene accettata la pratica?

Se una volta presentata la dichiarazione dei redditi, la banca dovesse accettare la cessione del credito, il contribuente potrebbe decidere di presentare una dichiarazione integrativa a sfavore per correggere la precedente indicazione della 1° rata di detrazione in dichiarazione dei redditi.

Tuttavia, su tale passaggio sarebbero utili chiarimenti da parte dell’Agenzia delle entrate.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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