Cessione del credito approvata ma chi non rispetta le scadenze deve restituire il Superbonus

Sarà possibile usufruire del Superbonus 110 per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023 che trovino corrispondenza in un SAL riferito al 31 dicembre 2023
1 anno fa
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Cosa succede se non si raggiungono gli stati di avanzamento lavori, SAL,  richiesti per perfezionare lo sconto in fattura o la cessione del credito superbonus? L’ipotesi peggiore è quella di dover procedere con la restituzione del superbonus. Infatti, cessione o sconto superbonus devono essere effettuate necessariamente per SAL.  Gli stati di avanzamento dei lavori non possono essere piu’ di due per ciascun intervento complessivo e ciascuno stato di avanzamento deve riferirsi ad almeno il 30 per cento del medesimo intervento.

C’è chi potrebbe pensare che il diritto al bonus sia garantito pagando le spese in via anticipata anche senza che alle stesse corrisponda un preciso SAL con relativi lavori eseguiti e completati.

Purtroppo non è così.

Vediamo cosa c’è da sapere per evitare di dover restituire il superbonus 110.

Superbonus 110. La situazione per le unifamiliari

Soffermandoci sulle abitazioni unifamiliari e sulle unità immobiliari residenziali funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno (site all’interno di edifici plurifamiliari e relative pertinenze), c’è da dire che rispetto ai lavori effettuati su tale tipo di immobile, è ancora possibile prendere il 110 pieno con sconto in fattura e cessione del credito.

In particolare, per questi immobili il superbonus al 110% spetta, ex art.119 del DL 34/2020:

  • per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023,
  • a condizione che alla data del 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30 per cento dell’intervento complessivo.

Nel computo del 30%, possono essere considerati anche lavori non superbonus. Difatti, è stato più facile raggiungere il SAL del 30%.

Verificata la  percentuale in parola alla data del 30 settembre 2022, è possibile sfruttare il 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023.

Anche le spese sostenute dopo il 30 settembre 2022 devono corrispondere ad un preciso SAL o comunque a lavori ultimati.

Cosa si rischia senza i SAL?

In base a quanto detto fin qui, alla cessione del credito o allo sconto in fattura devono corrispondere un SAL liquidato ossia ultimato.

Posto che il 110 pieno si prenderà per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023, qualcuno potrebbe pensare che anche senza ancora ultimare i lavori, sia possibile anticipare le spese e conservare il diritto alla cessione del credito o allo sconto in fattura con il 110%.

Ebbene, non è proprio così.

Infatti, nel corso dello speciale Telefisco, l’Agenzia delle entrate ha avuto modo di chiarire che la cessione del credito superbonus è ammessa solo per lavori ultimati.

Più nello specifico,  sarà possibile usufruire del Superbonus, nella misura del 110 per cento, per le spese sostenute entro il 31 dicembre 2023, che trovino corrispondenza in un Sal riferito al 31 dicembre 2023.

Dunque, non è possibile pagare tutte le spese al 31 dicembre 2023 per sfruttare il 110 pieno con la cessione del credito; le spese pagate devono trovare corrispondenza in lavori eseguiti ossia in uno stato di avanzamento lavori, SAL.

In assenza di corrispondenza tra SAL e opzione di cessione del credito, sarà necessario restituire il Superbonus in riferimento al SAL non completato. In realtà, la restituzione  potrebbe estendersi anche a tutta l’agevolazione.

Infatti, gli interventi eseguiti con il superbonus, devono consentire:

  • il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio o delle unita’ immobiliari situate all’interno di edifici plurifamiliari le quali siano funzionalmente indipendenti e dispongano di uno o piu’ accessi autonomi dall’esterno, ovvero, se cio’ non sia possibile (perchè l’immobile è già in una buona classe energetica),
  • il conseguimento della classe energetica piu’ alta.

Il raggiungimento di una migliore classe energetica è da dimostrare mediante l’attestato di prestazione energetica (A.P.E.),

Dunque, in assenza delle suddette condizioni sarà necessario procedere con la restituzione del superbonus.

Riassumendo.

  • Per le unifamiliari è possibile sfruttare il 110% per le spese sostenute fino al 31 dicembre 2023 se al 30 settembre 2022 è stato rilevato un SAL del 30%;
  • non è possibile pagare tutte le spese al 31 dicembre 2023 per sfruttare il 110 pieno con la cessione del credito;
  • in mancanza di corrispondenza tra SAL e opzione di cessione del credito, sarà necessaria la restituzione del Superbonus.

Andrea Amantea

Giornalista pubblicista iscritto all’ordine regionale della Calabria, in InvestireOggi da giugno 2020 in qualità di redattore specializzato, scrive per la sezione Fisco affrontando tutte le questioni inerenti i vari aspetti della materia. Ha superato con successo l'esame di abilitazione alla professione di Dottore Commercialista, si occupa oramai da diversi anni, quotidianamente, per conto di diverse riviste specializzate, di casi pratici e approfondimenti su tematiche fiscali quali fatturazione, agevolazioni, dichiarazioni, accertamento e riscossione nonché di principi giurisprudenziali espressi in ambito di imposte e tributi.

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