Crediti incagliati: imprese, amministratori di condominio e proprietari in attesa di sapere l’esito della domanda di cessione del credito. Persone spiazzate davanti a condizioni che trasformano la gioia per l’accettazione della cessione del credito in rassegnazione nel dover pagare qualcosa di tasca propria. Sulle tempistiche della cessione del credito e sulle condizioni che gli intermediari applicano c’è ancora un clima di incertezza. Non si sa se, e quando, alcune banche riapriranno i rubinetti e se le percentuali riconosciute saranno quelle promesse in fase iniziale.
Dimenticate quindi di poter avanzare pretese dovute sulla banca. Parliamo sempre di un ente privato libero di assumersi o no questo carico. Quello che il Governo potrebbe o dovrebbe fare è rendere questo processo il più sicuro, veloce e garantito possibile per tutte le parti coinvolte. Lo ha fatto?
Cessione del credito, domanda in stand by: perché le banche prendono tempo
Li chiamano “gli Esodati del Superbonus”. Dire con esattezza quanti sono non è facile. Secondo Zanetti i numeri dell’Ance, che parla di 30 milioni circa, sono sovra stimati. Sicuramente però non parliamo di una nicchia di persone. Tante, tantissime le pratiche di cessione bloccate. E se la cessione del credito non è un diritto, va da sé che poche pretese si possono vantare in merito ai tempi di risposta o alle condizioni applicate. Insomma sembra una ruota della fortuna in cui a vincere sono ben pochi. Una roulette russa in cui i proiettili veri sono molti più di uno.
Zanetti non nasconde la delusione per la poca reattività delle banche, anche se soggetto privato, al problema
“Molti crediti giacenti hanno in realtà un compratore, ma le tempistiche di controllo della documentazione (…) continuano a essere in molti casi assai lunghe, nonostante il governo abbia introdotto nell’ultimo decreto un meccanismo che individua in modo chiaro un set adeguato, ma comunque circoscritto, di documenti che devono essere acquisiti da chi compra i crediti per tutelarsi da eventuali responsabilità colpose”.
Se la cessione non è più conveniente ma è sempre meglio di niente
Tanti controlli sul credito quindi ma pochi su chi acquista?
Non mancano in effetti le segnalazioni di operatori finanziari disponibili ad acquistare i crediti bloccati di aziende in crisi di liquidità a condizioni però estremamente svantaggiose. Ai limiti della legge anti usura, o alcune volte anche oltre. Già perché parliamo di un corrispettivo economico vicino a 70 euro ogni 100 euro di ‘lavoro eseguito’ con tassi di interessi che superano il 30%”, denuncia il Presidente di CNA Costruzioni Campania, Sabatino Nocerino.