Il materiale edile è li. Accantonato nel piccolo deposito dietro casa. Sono trascorsi due mesi ormai dalla decisione di non fare più quei lavori sulla facciata di casa.
Il rifiuto dell’impresa ad acquistare il credito avevo costretto Mario ad abbandonare l’idea di ristrutturare casa. La liquidità necessaria mancava e la cessione del credito sarebbe stata la giusta soluzione al problema. La ditta che doveva eseguire i lavori non aveva più mantenuto la parola.
“Ascolta Mario, mi spiace ma la questione della cessione del credito non possiamo più farla.
Dopo queste parole, Mario cerca altre imprese ma la risposta è sempre la stessa. “Ci dispiace, se non sbloccano non possiamo ripartire con lo sconto in fattura e la cessione credito”.
Rassegnato abbandona la decisione di iniziare i lavori. La speranza d’improvviso si riaccende quando una notifica di google sul cellulare pone alla sua attenzione una news di giornata “Quando ripartirà la cessione del credito? La buona notizia per le banche“.
Letto l’articolo, cerca nella rubrica del telefono il numero della prima ditta cui si era rivolto e fa partire la chiamata.
“Ciao Giovanni, hai visto che hanno sbloccato i crediti? Che dici riprendiamo i lavori?”
L’emendamento sblocca cessione del credito
Dopo un tira e molla durato mesi, e dopo le diverse proposte per sbloccare i bonus casa, è giunta la notizia tanto attesa. Per le banche non ci sono limitazioni al numero di cessione crediti bonus casa. Possono cedere i crediti acquistati a tutti i clienti (imprese e professionisti) propri correntisti. Un emendamento al decreto Semplificazioni interviene sull’arco temporale di applicazione della novità.
Ok alla cessione crediti senza limiti anche per quelli comunicati all’Agenzia delle Entrate prima del 1° maggio 2022.
La cosa ha conseguenze positive per l’intero comparto edilizio. Le imprese potranno contare nuovamente su una maggiore propensione della banche ad acquistare i crediti. La novità ha risvolti positivi anche per i proprietari di casa: sarà più facile, infatti, trovare ditte disposte ad effettuare lavori e ad accordare lo sconto in fattura o la cessione del credito.
Non cambia la responsabilità di chi compra il credito
Non c’è, invece, l’altra novità che le imprese aspettavano. Non è stata eliminata la legge che fa ricadere anche sulla ditta la responsabilità nel caso in cui l’Agenzia delle Entrate dovesse scoprire qualche imbroglio.
A questo proposito occorre ricordare che, nell’ipotesi in cui dai controlli del fisco dovesse venir fuori che il bonus casa non spettava, il primo responsabile resta il proprietario dell’immobile che ha fatto i lavori. L’Amministrazione finanziaria si rivolgerà a lui per recuperare la somma ricevuta e per applicare le sanzioni previste.
C’è, tuttavia, anche la responsabilità dell’impresa nel caso di “concorso in violazione“, ossia nell’ipotesi in cui la ditta era a conoscenza che si stava commettendo un abuso e non ha fatto nulla per evitarlo (Circolare Agenzia Entrate n. 23 del 2022). Si pensi al caso in cui l’impresa sapeva che l’immobile oggetto dei lavori non era accatastato ed ha, comunque, eseguito i lavori accordando lo sconto in fattura.