“Condividiamo le proposte di Ance e Abi circa la possibilità di estendere, in tempi estremamente rapidi, il perimetro della compensazione delle banche anche agli F24 che raccolgono per conto dei loro clienti, con una percentuale sostenibile e ragionevole.
Questa è la vera misura, fondamentale, che potrebbe aiutare a risolvere il problema dei crediti incagliati”.
Si è espresso in tal senso Salvatore Regalbuto, consigliere e tesoriere del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti contabili, CNDCEC, ieri in audizione alla Camera.
Nel corso dell’audizione, il CNDCEC, tramite i suoi rappresentanti, non si è soffermato solo sui crediti ingagliati, ma ha evidenziato la necessità di prorogare i termini per comunicare al Fisco le opzioni di cessione del credito e sconto in fattura, nonché di risolvere alcune incertezze operative che riguardano specifiche norme dei bonus edilizi.
Cessione del credito. Il problema dei crediti incagliati
Il primo problema affrontato in audizione riguarda i crediti incagliati.
Secondo il CNDCEC, bisogna affrettarsi con la compensazione degli F24 delle banche; sembrerebbe che a oggi il Governo siano intenzionato ad autorizzare la compensazione solo per gli f24 presentati da imprese e professionisti non per quelli dei privati; vedremo nei prossimi incontri tra i rappresentanti del Governo e delle imprese come si evolverà la questione.
Intanto rimane il fatto che il DL 11/2023, ha portato allo stop della cessione del credito e dello sconto in fattura, con alcune eccezioni circa la tempistica di presentazione della CILA necessaria per eseguire i lavori agevolati.
Su tale passaggio, il CNDCEC chiede un’ulteriore proroga del termine entro il quale i contribuenti, anche tramite intermediari, devono inviare all’Agenzia delle entrate le comunicazione delle opzioni di cessione del credito e sconto in fattura per le spese 2022; la comunicazione riguarda anche le rate residue della detrazione con spese 2020 e 2021.
Le ulteriori proposte del CNDCEC
Non solo crediti incagliati e proroga della comunicazione delle opzioni di sconto in fattura e cessione del credito.
Il CNDCEC ha anche chiesto ” una norma di interpretazione autentica, su aspetti tutt’oggi forieri di dubbi applicativi quali la facoltà e non l’obbligo di liquidazione di stati avanzamento lavoro per gli interventi diversi dai superbonus; la facoltà e non l’obbligo di inclusione nelle asseverazioni tecniche dell’attestazione di congruità delle spese relative all’apposizione del visto di conformità; la possibilità di accedere alla remissione in bonis nel caso di presentazione dell’allegato B, ai fini del sisma bonus e del super sisma bonus, successivamente al deposito del titolo edilizio o dell’inizio lavori; il perimetro temporale e oggettivo del requisito SOA per affidamento dei lavori in ambito superbonus”.