Il mercato della cessione dei crediti edilizi da bonus casa va verso il blocco totale.
Dopo San Paolo e Unicredit, anche altre banche hanno bloccato l’accettazione di nuove pratiche di cessione del credito. Naturalmente gli impegni di acquisizione già definiti verranno rispettati.
La situazione potrebbe sbloccarsi solo con l’entrata in vigore di nuove norme che rendano più conveniente la presa in carico del credito fiscale ma soprattutto lo snellimento della burocrazie e dei controlli posti in essere dall’Agenzia delle entrate.
Ad ogni modo, qualche novità è contenuta nel legge di conversione del D.L. 17/2021, c.d. decreto bollette.
La cessione dei crediti bonus casa. Le norme attuali e la 4° cessione nel decreto bollette
Dopo il blocco delle cessioni a cascata sia verso soggetti privati che verso intermediari finanziari, il D.L. 13/2022, c.d decreto Frodi, ha allentato le previsioni più stringenti introdotti con alcuni interventi normativi che si sono succeduti nel giro di un mese.
Nello specifico, dopo l’intervento del decreto citato, sono ammesse tre cessioni del credito:
- la prima cessione è senza vincoli soggettivi ossia può essere effettuata in favore di privati e altri soggetti, comprese banche e altri intermediari finanziari;
- le due ulteriori cessioni possono essere effettuate solo in favore di banche, altri intermediari finanziari e assicurazioni.
In caso di opzione per lo sconto in fattura, il fornitore dei lavori ottiene un credito pari alla detrazione spettante in origine al contribuente e può cederlo ad altri soggetti, compresi gli istituti di credito e gli altri intermediari finanziari. Da qui, sono ammesse due ulteriori cessioni.
Con il D.L. 17/2022, c.d. decreto bollette, in fase di conversione in legge (non ancora in Gazzetta ufficiale), è stata prevista la possibilità di una quarta cessione. Difatti, la cessione del credito potrà avvenire con più chance.
L’attuale blocco del mercato
Come detto in premessa, il mercato della cessione dei crediti edilizi da bonus casa va verso il blocco totale.
Dopo San Paolo e Unicredit, anche altre banche hanno bloccato l’accettazione di nuove pratiche di cessione del credito. Naturalmente gli impegni di acquisizione già definiti verranno rispettati.
Ad oggi sono poche le banche, ad esempio banca Sella (fonte il Sole 24 ore) che stanno operando a pieno regime.
La situazione potrebbe sbloccarsi solo con l’entrata in vigore di nuove norme che rendano più conveniente la presa in carico del credito fiscale ma soprattutto lo snellimento della burocrazie e dei controlli posti in essere dall’Agenzia delle entrate.
Il problema è che la limitazione del perimetro soggettivo previsto dalla 2° cessione in avanti, sta limitando la possibilità di smaltire la massa creditizia venutasi a creare nel tempo. Ciò era da preventivare nel momento in cui è stata adottata la norma che limita l’operatività di coloro che decidono a monte di accettare la cessione de credito.
E’ chiaro che prima o poi l’incapienza si sarebbe dovuta raggiungere.