Riparte la cessione del credito. Alcune banche hanno stipulato nuovi accordi di ricessione del credito che permettono loro di liberare capienza fiscale per prendere in carico nuove pratiche di cessione. Grazie ai nuovi accordi di ricessione del credito, la banca cede i crediti che ha nel proprio portafoglio a soggetti terzi. Generalmente grosse realtà aziendali e in tal modo libera nuova capienza fiscale. Le aziende che rilevano i crediti a prezzi più bassi del loro valore nominale li utilizzano per pagare imposte e contributi in F24.
La nuova capienza fiscale permette alle banche di accordare nuove pratiche di cessione a chi ha ristrutturato la propria casa e ora sta avendo problemi a recuperare le spese sostenute; la stessa cosa vale per le imprese che hanno accordato al cliente lo sconto in fattura e cercano di liberarsi del relativo credito edilizio.
Nell’ultimo periodo, le banche che sono attive nella cessione del credito sono soprattutto tre, vediamo di quali istituti di credito si tratta.
La cessione del credito. La situazione attuale
I vari interventi normativi che si sono succeduti nell’ultimo anno sulla cessione del credito e sullo sconto in fattura hanno creato una situazione di insicurezza. Tale insicurezza ha portato le banche e gli altri intermediari a non accettare più nuove pratiche di cessione. Di conseguenza, tutto il sistema delle detrazioni edilizie è andato in crisi. Infatti, le imprese si sono trovate con un portafoglio crediti pieno senza poter contare più sul supporto degli istituti bancari per ottenere la liquidità necessaria per portare avanti la propri attività. Per questo si parla di crediti incagliati.
Di conseguenza, venuta meno la possibilità di cedere il credito alle banche, le imprese si sono trovate senza liquidità. Da qui, molti cantieri si sono bloccati. Chi aveva progettato di ristrutturare la propria casa con uno dei bonus edilizi ha dovuto rinunciare.
Se non c’è nessuno che rileva il credito o che accorda lo sconto in fattura, l’unica possibilità che rimane al contribuente è quella di pagare le spese e inserire la detrazione in dichiarazione dei redditi per dieci anni.
A ogni modo, con il DL 11/2023, è stato previsto che cessione del credito e sconto in fattura saranno ancora ammesse solo rispetto ai seguenti nuovi lavori:
- interventi di eliminazione delle barriere architettoniche agevolati al 75%;
- interventi effettuati nei comuni dei territori colpiti da eventi sismici verificatisi a far data dal 1° aprile 2009. E in quelli danneggiati dagli eventi meteorologici verificatisi a partire dal 15 settembre 2022 nei territori della Regione Marche;
- lavori realizzati dagli IACP (case popolari), dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa. Nonché dalle organizzazioni non lucrative di utilità sociale (ONLUS) o dalle organizzazioni di volontariato (ODV).
Tali soggetti, IACP, ONLUS e ODV, possono avvalersi dell’opzioni sopra citate a condizione che risultino già costituiti alla data di entrata in vigore del decreto citato.
Cessione del credito riaperta. Tre banche che accettano pratiche
Dopo mesi di blocco alla cessione del credito, ci sono alcune banche che stanno riprendendo ad accettare nuove pratiche di cessione.
Si tratta in particolare di: Banca Intesa, Unicredit e Sparkasse.
Soprattutto banca Intesa è molto attiva e sta concludendo diversi accordi di ricessione del credito per liberare quella capienza fiscale necessaria per poter accettare nuove pratiche di cessione.
Infatti è notizia delle scorse settimane che banca Intesa ha concluso nuovi accordi con: Piva Group, azienda leader nella produzione di serramenti; con l’Università Luiss Guido Carlo e con la Sacef Group.
Dunque conviene muoversi al più presto e rivolgersi a una delle tre banche citate. E’ chiaro che la cessione avrà un costo, il contribuente dovrà mettere in conto di perdere tra il 15 e il 20% del valore del credito.