“Io concepisco un mondo senza povertà, senza classi, senza nazioni, senza religioni, senza alcun tipo di discriminazione. Io concepisco un mondo unito, un’umanità unita, un’umanità che condivide ogni cosa materiale e spirituale, una profonda fratellanza spirituale“, affermava Osho.
In un mondo ideale dovremmo essere tutti uniti e uguali, senza alcuna distinzione. Nella realtà dei fatti, purtroppo, spesso non è così. Basti pensare al prezzo di diversi prodotti e servizi che registrano spaventosi aumenti. Questo porta sempre più famiglie a riscontrare serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese.
Da qui la decisione di molti di rimandare alcuni lavori, come ad esempio quelli di ristrutturazione della casa. Questi interventi hanno subito una battuta di arresto dopo che il Governo ha deciso di stoppare la possibilità di accedere alla cessione del credito e allo sconto in fattura. Vi sono alcuni lavori, però, per cui è ancora possibile beneficiare della cessione del credito. Ecco di quali si tratta.
Bonus edilizi, stop alla cessione del credito e allo sconto in fattura
Il Governo Meloni ha deciso di dare uno stop alla pratica della cessione del credito e dello sconto in fattura per chi esegue dei lavori di edilizia. Entrando nei dettagli, come si legge sul sito del Ministero dell’Economia e delle Finanze:
“Con l’entrata in vigore del provvedimento, avvenuta il 17 febbraio 2023, non saranno infatti più consentite la cessione del credito e lo scontro in fattura per i nuovi interventi mentre le due opzioni continueranno a rimanere valide per coloro che invece avranno già avviato i lavori e presentato la Cila nei termini indicati dalla normativa”.
Cessione del credito riaperta ma non per tutti i lavori (elenco riassuntivo)
A partire dallo scorso 17 febbraio non è più possibile usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura per i nuovi interventi. In tali circostanze è possibile recuperare parte della spesa sostenuta solamente grazie alle detrazioni in sede di elaborazione della dichiarazione dei redditi.
In alternativa il committente e il prestatore d’opera devono certificare che la data di avvio dei lavori o della stipula dell’accordo vincolante sia antecedente al 17 febbraio 2023. Quest’ultima operazione deve essere svolta utilizzando una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà. Come si legge su Fisco Oggi, la rivista online dell’Agenzia delle Entrate, inoltre, sono esclusi dal blocco dello sconto in fattura e della cessione del credito diversi tipi interventi. Tra questi si annoverano:
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“gli interventi di superamento ed eliminazione delle barriere architettoniche, agevolati con la detrazione del 75% (articolo 119-ter, Dl 34/2020);
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limitatamente alle zone sismiche di categoria 1, 2 e 3, gli interventi, rientranti nella disciplina del superbonus, compresi in piani di recupero del patrimonio edilizio e di riqualificazione urbana comunque denominati, purché tali piani presentino contenuti di dettaglio, attuabili tramite titoli semplificati, che al 17 febbraio 2023 risultano approvati dalle amministrazioni comunali e concorrono a ridurre il consumo energetico e all’adeguamento sismico degli edifici”.
Ma non solo, è possibile beneficiare di tali agevolazioni anche sugli interventi per cui la richiesta del titolo edilizio sia stata presentata entro il 16 febbraio 2023. È possibile ancora beneficiare della cessione del credito se il committente rientra in una delle seguenti categorie. Ovvero: istituti autonomi case popolari; cooperative di abitazione a proprietà indivisa; Onlus, organizzazioni di volontariato e associazioni di promozione sociale. In caso di dubbi, comunque, si consiglia di rivolgersi a un esperto del settore per ottenere informazioni dettagliate in merito.