Il bonus 110 ha preso vita con il governo Conte e rifinanziato da quello Draghi. Non sappiamo ora cosa ne sarà dopo le elezioni del 25 settembre 2022, quando si andrà a formare il nuovo esecutivo. I frutti sperati ci sono stati solo in parte. Le numerose limitazioni imposte dal legislatore alla cessione del credito, dopo le tante truffe scovate, ha portato al blocco di molti cantieri. In somma un bonus 110 con cantieri in stallo.
Inoltre, quei committenti che avevano puntato su questa possibilità, hanno poi riscontrato difficoltà a trovare ditte disposte ad acquistare il credito.
La cessione de credito, infatti, si era posta proprio come un importante strumento per chi non avesse liquidità tale da consentirgli di effettuare interventi edili sui propri immobili.
Bonus 110, la situazione attuale per la cessione del credito
Il superbonus 110 come noto si concretizza in una detrazione fiscale da godere in più anni. In luogo della detrazione è ammesso optare per sconto in fattura o cessione del credito. E’ proprio sulla cessione del credito che il legislatore è più volte intervenuto riducendone il campo applicativo. Il tutto al fine di contrastare frodi fiscali.
La situazione ad oggi è la seguente:
- il committente (ossia chi deve fare i lavori sulla propria casa) può, in luogo della detrazione fiscale, optare per la cessione del credito (o sconto in fattura). La cessione del credito può essere fatta verso un qualsiasi soggetto (inclusa anche l’impresa che fa i lavori) – questa è la prima cessione
- chi ha acquisito il credito dal primo trasferimento, a sua volta può utilizzarlo in compensazione o cederlo ulteriormente ma solo verso un soggetto vigilato (banca, assicurazione o società finanziaria autorizzata) – seconda cessione
- successivamente, chi acquisisce il credito proveniente dal secondo trasferimento può a sua volta utilizzarlo in compensazione oppure effettuare una sola cessione a un altro soggetto vigilato (banca, assicurazione o società finanziaria autorizzata) – terza cessione.
Chi acquisisce il credito dalla terza cessione non potrà ulteriormente cederlo (ma solo utilizzarlo in compensazione. Quindi, la possibilità di trasferimento si ferma. Tuttavia, laddove chi acquista il credito dalla terza cessione è una banca, questa potrà ulteriormente cederlo (dunque, quarta cessione) ma solo verso soggetti professionali e con partita IVA che siano propri correntisti.
Anche la banca deve vigilare
C’è poi da considerare un altro aspetto. Ossia la responsabilità verso il fisco in caso di illeciti. A rispondere di frode nel campo del bonus 110 (cessione del credito) è sempre il committente. Tuttavia, anche la banca (che acquista il credito) deve vigilare con diligenza professionale se non vuole essere coinvolta con responsabilità solidale.
Ad esempio, la banca deve vigilare sulla documentazione. Deve vigilare anche sull’eventuale troppa differenza tra il valore dell’immobile oggetto dei lavori e importo dei lavori stessi. Un campanello d’allarme potrebbe a questo proposito essere il caso di lavori di elevato importo fatti su un ridere abitato da una famiglia con basso reddito.