30 giugno o 22 agosto. Al di là di quando hai deciso di pagare le imposte e i contributi Inps, se sei un’impresa hai sempre bisogno di una certa liquidità. Anziché impiegare tale liquidità per rispettare la scadenza per pagare le imposte al Fisco, ci sarebbe un modo per impiegare meglio i tuoi soldi.
Attenzione, non ti stiamo dicendo che non dovrai pagare le imposte ma soltanto che con un’operazione preventiva potrai risparmiare sulla prossima scadenza del 22 agosto.
La soluzione sta nella cessione del credito edilizio.
Scopriamo insieme perché tale operazione potrebbe esserti conveniente.
La cessione del credito. Le regole in vigore
Le regole da rispettare ai fini della cessione del credito da agevolazioni edilizie quali superbonus, bonus facciate, bonus ristrutturazione, ecc, sono contenute nell’art.121 del D.L. 34/2020, decreto Rilancio.
Il credito può essere oggetto al max di 4 cessioni.
In particolare,
- la prima cessione, anche da sconto in fattura, può essere effettuata nei confronti di qualsiasi soggetto anche privato (anche in favore di un familiare);
- la 2° e la 3° solo nei confronti di banche, altri intermediari finanziari e società appartenenti a un gruppo bancario iscritti nei rispettivi albi tenuti dalla Banca d’Italia (articolo 106 e articolo 64, Dlgs n. 385/1993) o imprese di assicurazione autorizzate a operare in Italia (soggetti qualificati).
Una volta che le banche sono venute in possesso del credito, possono cederlo direttamente ai loro correntisti diversi dai consumatori finali. Dunque, le banche possono cedere il credito anche in favore dei titolari di partita iva che siano imprenditori o professionisti poco importa. Non rileva neanche il livello di fatturato. Dunque, anche le partite iva più “piccole” possono decidere di acquistare il credito dalle banche.
Cessione del credito. Perché è conveniente per l’impresa?
Considerato quanto detto a chiusura del precedente paragrafo, se sei un’impresa o un professionista ti starai chiedendo perché dovresti acquistare un credito edilizio dalla tua banca.
Ipotizzando un credito di un valore nominale di 10.000 euro ceduto dalla banca per 8.000 euro, l’impresa avrebbe la possibilità di utilizzare il credito in F24 per pagare imposte e contributi per 10.000 euro.
In particolare, come riportato sulla rivista Fisco oggi, i crediti da superbonus, bonus facciate, ecc, possono essere utilizzati per pagare in F24 imposte e contributi che si versano con tale modello ossia:
- imposte sui redditi,
- Iva,
- Irap,
- contributi previdenziali dovuti da titolari di posizione assicurativa,
- contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori dei lavori,
- premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali,
- tasse sulle concessioni governative,
- tasse scolastiche,
- imposte sostitutive delle imposte sui redditi e dell’Iva,
- eccetera.
In merito all’utilizzo:
i crediti d’imposta di cui al presente articolo sono utilizzati in compensazione ai sensi dell’articolo 17 del decreto legislativo 9 luglio 1997, n. 241, sulla base delle rate residue di detrazione non fruite. Il credito d’imposta e’ usufruito con la stessa ripartizione in quote annuali con la quale sarebbe stata utilizzata la detrazione. La quota di credito d’imposta non utilizzata nell’anno non puo’ essere usufruita negli anni successivi, e non puo’ essere richiesta a rimborso.
Dunque, chi acquista il credito lo deve utilizzare rispettando le stesse regole che avrebbe dovuto seguire chi ha fatto i lavori optando per la cessione del credito.
Sempre per le imprese e i professionisti, ma anche per i privati, è da poco attiva una piattaforma che permette di concludere la cessione del credito in 12 giorni.