Nella Legge di bilancio, a oggi, non sono previste novità in materia di cessione del credito, anche se qualcosa potrebbe cambiare in fase di conversione in legge del DL 176/2022, c.d. decreto Aiuti-quater. Detto ciò, in questa fase di stallo, in cui le imprese non riescono a monetizzate i crediti che hanno nel portafoglio e i contribuenti non trovano nessuno disposto a eseguire i lavori applicando lo sconto in fattura, c’è un’alternativa che deve essere ben valutata sia dalle imprese sia dai contribuenti, quest’ultimi devono decidere se anticipare i soldi dei lavori per poi cedere il credito pari alla detrazione spettante.
L’alternativa si chiama Sibonus, facciamo riferimento alla piattaforma attivata su iniziativa delle Camere di Commercio d’Italia e del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e degli Esperti Contabili. Il servizio è accessibile a tutti i cittadini, imprese e enti privati dotati di credenziali SPID/CIE/CNS interessati a vendere o acquistare crediti di imposta da: Superbonus 110%, Ecobonus, Sismabonus, Bonus facciate, Bonus ristrutturazioni.
La cessione del credito. La situazione attuale e le possibilità novità
In fase di conversione in legge del decreto Aiuti-quater, è stato presentato un emendamento con il quale si interviene sul numero di cessioni ammesse per ogni credito da bonus edilizio. In particolare, se l’emendamento passerà, il numero di cessioni ammesse tra “soggetti qualificati” (banche, assicurazioni e altri intermediari finanziari), verrebbe portato da 2 a 3. E’ confermato che la prima cessione rimane libera, dunque l’impresa o il contribuente (dopo lo sconto in fattura), potrà effettuare la cessione del credito anche nei confronti di un privato o addirittura di un familiare. Da qui, saranno ammesse altre tre cessioni. La banca una volta che viene in possesso del credito, se con la prima o le altre cessioni poco importa, potrà trasferirlo in favore del proprio correntista, impresa o professionista.
Rimarrebbe in essere il divieto per il correntista di cedere il credito ulteriormente.
Si tratta di una notizia positiva, che però ad analizzare bene poco inciderà sulla possibilità delle imprese di liberarsi più facilmente dei crediti in possesso. Dunque, poco cambia, se le imprese non riescono a cedere i crediti, non possono prendere nuovi lavori; la novità sul superbonus inserita con il maxiemendamento alla Legge di bilancio 2023, potrebbe risultare vana.
La cessione del credito con Sibonus
In mezzo a tale situazione di stallo, come detto in premessa, deve essere valutata un’alternativa.
L’alternativa si chiama Sibonus. Si tratta di un vero mercato dei crediti edilizi che mira a fovorie l’incontro tra la domanda e l’offerta. In pratica, chi ha il credito che sia l’impresa o il contribuente poco importa, può inserire un annuncio di vendita sulla piattaforma.
Nell’annuncio, è possibile specificare:
- il valore e
- il prezzo di cessione.
Una volta pubblicato, l’annuncio sarà visibile a coloro che si sono registrati sulla piattaforma. E’ chiaro che chi acquista deve avere un vantaggio in termini di risparmio nel senso che deve pagare il credito ad un prezzo inferiore al suo valore nominale. Ad esempio, per il superbonus, la cessione del credito avviene in media con uno sconto del 13,1% e accredito dei soldi sul conto in 16 gg. Dunque, seppure si deve mettere in conto di perdere qualcosa rispetto al valore nominale del credito edilizio, la cessione con Sibonus permette di monetizzare i lavori effettuati. Ciò vale tanto per le imprese che per i contribuenti.