Come ormai sappiamo, con il decreto Aiuti, appena pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è stato istituito il cosiddetto bonus 200 euro. Si tratta di una misura, una tantum, pensata per contrastare l’impennata dei prezzi e dell’energia elettrica causati, principalmente, dall’emergenza sanitaria del Coronavirus e dal più recente conflitto in Ucraina.
Come abbiamo già detto in altre occasioni, il bonus sarà erogato in via de tutto automatica ai lavoratori dipendenti, che se lo ritroveranno negli stipendi e nelle pensioni a partire dai mesi di giugno e luglio.
In realtà, in un caso, l’erogazione di questo bonus non è affatto automatica, e riguarda i lavoratori dipendenti del settore privato. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Bonus 200 euro ai lavoratori di pendenti
Ai lavoratori dipendenti che percepiscono un reddito inferiore a 35 mila euro, così come si legge all’art. 31 del decreto-legge 17 maggio 2022, n. 50 (decreto Aiuti), “è riconosciuta per il tramite dei datori di lavoro nella retribuzione erogata nel mese di luglio 2022, una somma a titolo di indennità una tantum pari a 200 euro”.
Tale indennità riconosciuta in via automatica, “previa dichiarazione del lavoratore di essere titolare di alcuni requisiti espressamente previsti all’articolo 32, commi 1 e 18”.
Per i lavoratori del settore privato serve un’autodichiarazione
Come già detto, il bonus 200 euro è riconosciuto in via automatica ai lavoratori che rispettano alcuni requisiti previsti dalla stessa normativa, come ad esempio la soglia reddituale di 35 mila euro.
L’erogazione di questo contributo, in realtà, non è del tutto automatica per i lavoratori dipendenti del settore privato. Essi, infatti, dovranno presentare un’autodichiarazione per attestare di essere in possesso dei requisiti stabiliti dal decreto Aiuti. L’autodichiarazione, in questo caso, è fondamentale per poter procedere con l’erogazione del bonus in argomento.
Il datore di lavoro non sarà responsabile di quanto dichiarato dal dipendente. In caso di errori o falsità, si procederà al recupero delle somme erogate.
Tale dichiarazione non dovrà essere fornita dai lavoratori dipendenti del settore pubblico e dai pensionati, per i quali sarà l’INPS a procedere con la verifica dei requisiti.