A causa del perdurare del conflitto in Ucraina, continuiamo ad assistere ad un’impennata dei prezzi dell’energia. Prezzi che, nonostante gli sforzi del governo, non accennano a diminuire. Anzi, secondo alcune previsioni, potrebbero anche aumentare nei prossimi mesi. In questi giorni si stanno studiano alcune nuove misure anti inflazione, e le proposte, in tal senso, arrivano anche da organi non istituzionali o politici. Mariano Corso, docente del Politecnico di Milano, con un recente post sulla sua pagina Linkedin, ha parlato della possibilità di ritornare e implementare (qualora possibile) l’istituto dello smart working.
Questo strumento, spiega Corso, “oggi può aiutarci ad affrontare le nuove emergenze, a partire nel breve da quella energetica, e in prospettiva quella ambientale e del cambiamento climatico”. L’altro lato della medaglia e che parte dei costi dell’energia verrebbero scaricati sui lavoratori (in quanto svolgono la propria professione da casa). Per questo motivo, bisognerebbe istituire degli opportuni bonus energia. Vediamo meglio di cosa si tratta.
Smart Working e bonus bollette, un’interessante misura
Lo strumento dello smart working ci ha già aiutato a fronteggiare l’emergenza sanitaria del coronavirus, e, oggi più che mai, potrebbe essere la soluzione giusta per questo periodo di alta inflazione. Si pensi, ad esempio, a quanto si potrebbe risparmiare dalla sola riduzione degli spostamenti per andare al lavoro. Oltre a questo, ovviamente, ci sarebbe un enorme benefico in termini di riduzione dell’inquinamento.
Secondo il professore Corso, “un lavoratore che possa evitare di recarsi in ufficio per la metà del tempo può risparmiare in media 2.000 Euro l’anno”. Le emissioni risparmiate per effetto della riduzione degli spostamenti è stato stimato quest’anno in 1,8 milioni di tonnellate di CO2. Si tratta di cifre davvero considerevoli.
Oltre a questo, sarebbe un enorme guadagno anche per le aziende che, “grazie a un uso più intelligente dello smart working, possono ridurre tra il 30% e il 50% gli spazi e i loro costi”.
Ovviamente, in questo modello, parte dei costi per l’energia verrebbero scaricati proprio sui lavoratori. Aziende e, soprattutto, il legislatore sarebbero così chiamati a contribuire alla promozione di questo modello con opportuni incentivi. Come, ad esempio, con l’istituzione di nuovi bonus energia a favore dei lavoratori in smart working.