Visita fiscale, come sapere chi la manda: attenzione la carenza di personale non esonera dalla reperibilità

Quando la visita fiscale sembra un accanimento: come sapere se è stato il datore di lavoro a mandare il controllo
9 mesi fa
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visite fiscali
Foto © Licenza Creative Commons

Sei al primo giorno di malattia e il medico Inps bussa alla porta per la visita fiscale. Tu che non ti ammali mai e sei sempre presente e per giunta sai di colleghi che mandano certificati con più frequenza eppure non vengono controllati. E’ facile pensare all’accanimento e allora molti lavoratori vogliono capire bene se si tratta di una casualità dovuta a controlli random da parte dell’Ente di Previdenza o se è il datore di lavoro che ha inviato il controllo perché, evidentemente non si fida.

[Sommario]

Visita fiscale: come sapere chi la manda

Come posso sapere se è stato il datore di lavoro a mandarmi il controllo Inps per la visita fiscale in malattia? Ce lo chiedono in tanti. Anche tu se hai ricevuto il controllo durante le fasce orarie di reperibilità magari hai avuto questa curiosità.

Abbiamo provveduto a correggere le informazioni circa questa possibilità su segnalazione di un medico Inps che ci ha confermato che il lavoratore può chiedere chi ha mandato il controllo e lo stesso ispettore Inps saprà fornire la risposta.
Accedendo al servizio Inps per il cittadino “consultazione certificati di malattia”, si possono leggere invece la prognosi e se la visita alla quale si riferisce il certificato è di tipo ambulatoriale oppure no, ma non viene  specificato se la visita è stata disposta dall’Inps o dal datore di lavoro
Inoltre ci sono delle cose che è bene sapere e che ci aiutano a ricostruire il quadro procedendo per ipotesi.

Quanto costa la visita fiscale

La visita fiscale ha un costo. I medici Inps infatti sono pagati per ogni controllo a domicilio che effettuano. Chi paga? Se la verifica è automatica la visita fiscale è a carico dell’Inps.

E’ chiaro che in questi tempi di spending review la macchina Inps si attiva solamente quando scatta un campanello di allarme che attiva il sospetto di finta malattia.

C’è un algoritmo che incrocia i dati ed elabora le previsioni di rischio automaticamente.

Se è il datore di lavoro a fare domanda, la visita fiscale deve pagarla lui

A questo si aggiunga che in alcune province c’è una grossa carenza di personale medico per le visite fiscali. A Bari ad esempio sono due (con una copertura di circa 16 visite al giorno) a fronte delle 50/60 richieste. Ecco perché i controlli sono rari. Però questo non esenta dal rispetto per le fasce di reperibilità. I casi di esenzione sono solamente quelli espressamente previsti dalla normativa. La cosa non va presa sotto gamba perché si rischia fino anche al licenziamento disciplinare.

Quando può arrivare il controllo Inps: non solo fasce di reperibilità

Come tutti sanno il medico Inps non può bussare quando vuole a sorpresa. Ci sono le cd fasce di reperibilità, che peraltro hanno subito di recente una rivoluzionaria modifica equiparando gli orari della visita fiscale per dipendenti pubblici e privati. Attenzione però perché conoscere queste finestre temporali potrebbe non bastare. Ecco alcune regole che molti ignorano o sottovalutano:
• se l’assenza da lavoro è di venerdi o di lunedì o a ridosso di un festivo, anche il week end e il giorno rosso sono soggetti al rispetto degli orari di reperibilità. Dunque si può ricevere la visita fiscale anche di sabato o domenica;
• il medico Inps può tornare più volte nella stessa malattia e perfino nello stesso giorno (anche se come intuitivo è un’ipotesi molto rara).

Riassumendo

  •  la visita fiscale può partire dall’Inps o dal datore di lavoro;
  • L’Inps la invia quando il cervellone del Polo Unico riscontra situazioni a rischio;
  • Il controllo deve rispettare le fasce di reperibilità ma può arrivare anche nel week end o festivi se compresi nel periodo di malattia;
  • Ultimamente si registra una carenza di medici Inps ma questo non deve portare a pensare che la visita fiscale non arriverà.

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