Il canone RAI rappresenta la tassa sul possesso del televisore in casa. Ciò sta significando che chi paga il canone è colui che ha la detenzione del televisore anche se l’intestatario dell’utenza elettrica è altro soggetto.
Il classico caso è quello di colui che vive in affitto ma con utenza elettrica dell’appartamento intestato ancora al proprietario.
L’addebito della tassa in bolletta luce
Per comprendere la portata di quanto appena detto in premessa, occorre ricordare che, dal 2016, il canone RAI è riscosso dallo Stato mediante addebito diretto nella bolletta della luce.
Da allora ed ancora oggi, quindi, il canone RAI (annuo pari a 90 euro) è addebitato direttamente sulla bolletta dell’utenza elettrica (in rate da 18 euro ogni bimestre).
L’unico modo per sottrarsi a tale presunzione è quella di inviare la dichiarazione sostitutiva di non detenzione compilando il quadro A del modello predisposto a tal fine dall’Agenzia delle Entrate.
Chi paga il canone in caso di affitto
Come anticipato, il presupposto del canone RAI è il possesso del televisore. Pertanto, se un soggetto vive in affitto ed in casa è presente la TV, il canone è dovuto da quest’ultimo e non dal proprietario di casa. Tuttavia, occorre distinguere due casi:
- inquilino con utenza elettrica intestata a se
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- in questo caso il canone è pagato secondo le modalità ordinarie (quindi, addebito sulla bolletta della luce intestata all’inquilino stesso)
- inquilino con utenza elettrica ancora intestata al proprietario
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- in questo caso l’inquilino deve pagare il canone RAI mediante Modello F24, in quanto, non avendo utenza intestata, non potrà avvenire addebito del canone.
Ne consegue che laddove, ad esempio, l’affitto pagato include anche le spese riferite all’utenza elettrica ancora intestata al proprietario, al fine di non risultare evasori verso il fisco, occorre provvedere a pagare il canone RAI con Modello F24 (a nome dell’inquilino).
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