Governo e sindacati continuano a discutere sugli interventi e le misure da approvare con la prossima riforma delle Pensioni. L’addio definitivo a Quota 100, infatti, apre diversi scenari che molti vorrebbero scongiurare, come un possibile ritorno alla legge Fornero. Inoltre, per evitare il cosiddetto scaglione di cinque anni, con persone che si ritroverebbero ad aver maturato i requisiti per la pensione anticipata ma a dover aspettare la pensione di vecchiaia per forza (perché non possono più avere accesso a Quota 100), è necessario pensare ad una soluzione alternativa che riordini tutte le modalità di uscita dal lavoro.
Intanto, però, si fa sempre più strada l’ipotesi di estensione dell’APE Sociale.
APE Sociale prorogata ed estesa: come cambia la pensione anticipata dopo Quota 100
APE Sociale prorogata ed estesa allo scadere di Quota 100? Non è ufficiale, né tanto meno confermato, ma sembrerebbero essere queste le intenzioni dell’Esecutivo. D’accordo a proseguire questa strada anche il Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, il quale ha fatto sapere che i meccanismi di uscita anticipata dal lavoro potrebbero cambiare a favore di un nuovo sistema pensionistico che si rifà all’attuale APE Sociale.
La misura sperimentale in vigore dal 1° maggio 2017 potrebbe quindi essere di nuovo confermata. Attualmente, in seguito a diversi interventi normativi, è stata prorogata fino al 31 dicembre 2021, ma qualcosa – come abbiamo visto – potrebbe di nuovo cambiare.
Se questa proposta dovesse passare, tuttavia, l’APE Sociale verrebbe rivista e riadattata alle nuove esigenze. Per andare incontro agli esclusi di Quota 100, infatti, l’anticipo pensionistico verrebbe:
- esteso ad una platea più ampia di soggetti;
- rivisto nei requisiti di accesso;
- reso molto più celere e snello nelle procedure di richiesta e ammissione dei contribuenti beneficiari.
Al momento, però, si tratta solo di ipotesi, su cui Governo e parti sociali si stanno ancora confrontando, per arrivare ad una soluzione nel minor tempo possibile (o almeno entro la fine dell’anno).
APE Sociale, in pensione nel 2022 con 1500 euro al mese: come funziona
L’APE Sociale è un’indennità a carico dello Stato erogata dall’INPS a determinate categorie di lavoratori – individuati dal legislatore – che abbiano compiuto almeno 63 anni di età e che non siano già titolari di pensione diretta in Italia o all’estero.
L’indennità è corrisposta, a domanda, fino al raggiungimento dell’età prevista:
- la pensione di vecchiaia;
- oppure fino al conseguimento della pensione anticipata;
- o ancora al riconoscimento di un trattamento conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
L’indennità dell’APE Sociale decorre dal primo giorno del mese successivo alla presentazione della domanda di accesso al beneficio laddove a tale data sussistano tutti i requisiti e le condizioni previste dalla legge, previa cessazione dell’attività lavorativa.
L’APE Sociale è corrisposta ogni mese per 12 mensilità nell’anno, fino all’età prevista per il conseguimento della pensione di vecchiaia, ovvero fino al conseguimento di un trattamento pensionistico diretto anticipato o conseguito anticipatamente rispetto all’età per la vecchiaia.
Gli importi riconosciuti
L’indennità, in caso di iscrizione ad un’unica gestione, è pari a:
- l’importo della rata mensile di pensione calcolata al momento dell’accesso alla prestazione (se inferiore a 1.500 euro);
- 1.500 euro se la pensione è pari o maggiore di questo importo.
Va detto, a tal proposito, che l’importo dell’indennità non è rivalutato, né integrato al trattamento minimo.
Il trattamento di APE Sociale cessa in caso di decesso del titolare e non è reversibile ai superstiti. Mentre si beneficiari non spettano gli assegni al nucleo familiare.
Chi ha accesso all’APE Sociale
L’APE Sociale spetta a:
- i lavoratori iscritti all’Assicurazione Generale Obbligatoria dei lavoratori dipendenti, o alle forme sostitutive ed esclusive della medesima;
- alle gestioni speciali dei lavoratori autonomi;
- agli iscritti alla Gestione Separata di cui all’articolo 2, comma 26, della legge 8 agosto 1995, n. 335.
I lavoratori appartenenti a queste categorie, possono ottenere la pensione anticipata tramite APE Sociale, se:
- si trovano in uno stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale. Sono ammessi anche i disoccupati per scadenza del termine del rapporto di lavoro a tempo determinato a condizione che abbiano avuto, nei 36 mesi precedenti la cessazione del rapporto, periodi di lavoro dipendente per almeno 18 mesi hanno concluso integralmente la prestazione per la disoccupazione loro spettante da almeno 3 mesi e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i 70 anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti, e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- hanno una riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74% e sono in possesso di un’anzianità contributiva di almeno 30 anni;
- sono lavoratori dipendenti, al momento della decorrenza dell’indennità, in possesso di almeno 36 anni di anzianità contributiva e che abbiano svolto da almeno sette anni negli ultimi dieci ovvero almeno sei anni negli ultimi sette una o più delle seguenti attività (cd. gravose).
Le attività gravose
Rientrano tra le attività gravose i lavori svolti da:
- operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
- conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
- conciatori di pelli e di pellicce;
- conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
- conduttori di mezzi pesanti e camion;
- personale delle professioni sanitarie infermieristiche ed ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
- addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
- insegnanti della scuola dell’infanzia e educatori degli asili nido;
- facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
- personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
- operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
- operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
- pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
- lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67;
- marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.
Ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni per le operaie dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici, ma anche per le operatrici di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni.
APE Sociale: chi può fare domanda e come
Per ottenere l’indennità pensionistica riconosciuta con APE Sociale è necessario che i soggetti in possesso delle condizioni indicate dalla legge abbiano, al momento della domanda di accesso, i seguenti requisiti:
- almeno 63 anni di età;
- almeno 30 anni di anzianità contributiva;
- per i lavoratori che svolgono le attività cd. gravose l’anzianità contributiva minima richiesta è di 36 anni. Ai fini del riconoscimento dell’indennità, i requisiti contributivi richiesti sono ridotti, per le donne, di 12 mesi per ogni figlio, nel limite massimo di due anni;
- non essere titolari di alcuna pensione diretta.
L’accesso al beneficio è inoltre subordinato alla cessazione di attività di lavoro dipendente, autonomo e parasubordinato svolta in Italia o all’estero.
- i trattamenti di sostegno al reddito connessi allo stato di disoccupazione involontaria;
- l’assegno di disoccupazione (ASDI);
- l’indennizzo per la cessazione dell’attività commerciale.
L’indennità resta comunque compatibile con lo svolgimento di attività lavorativa dipendente o parasubordinata soltanto nel caso in cui i relativi redditi non superino gli 8mila euro lordi annui e con lo svolgimento di attività di lavoro autonomo nel limite di reddito di 4.800 euro lordi annui. Nelle ipotesi di superamento del limite annuo così determinato, il soggetto decade dall’APE Sociale; l’indennità percepita nel corso dell’anno in cui il superamento si è verificato diviene indebita e la sede INPS procede al relativo recupero.
I soggetti che entro il 31 dicembre 2021 si trovino o potrebbero venire a trovarsi nelle condizioni previste dalla legge devono, preliminarmente alla domanda di prestazione, presentare domanda di riconoscimento delle condizioni di accesso al beneficio entro il 31 marzo 2021, 15 luglio 2021 e, comunque, non oltre il 30 novembre 2021. In questo modo, gli stessi potranno andare in pensione nel 2022, ricevendo un assegno fino 1500 euro al mese.
Le domande, sia di riconoscimento delle condizioni per l’accesso all’APE Sociale, sia di accesso al beneficio, devono essere indirizzate alle sedi territoriali INPS di competenza e presentate in modalità telematica utilizzando i consueti canali istituzionali.