Ancora due mesi per poter andare in pensione con Quota 102, poi si tornerà tutti alle regole Fornero. Inutile farsi illusioni, il sistema pensionistico italiano non cambierà quest’anno e probabilmente nemmeno il prossimo.
Dal 2023 sparisce quindi la possibilità di lasciare il lavoro a 64 anni di età con 38 di contributi. Chi tuttavia matura il diritto entro fine 2022, potrà comunque richiedere Quota 102 in qualsiasi momento. Quali strade alternative rimarranno quindi per lasciare il lavoro prima dei 67 anni?
Le strade per la pensione nel 2023
Ricordiamo che coi requisiti ordinari si potrà sempre andare in pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi.
C’è poi la possibilità di andare in pensione anticipata a 64 anni di età con almeno 20 anni di contributi. Ma questa opzione è riservata solo ai lavoratori contributivi puri che hanno iniziato a lavorare dopo il 1995.
Tuttavia la strada è molto stretta perché bisogna soddisfare anche un altro requisito di non poco conto. Cioè quello legato al minimo di pensione pari a 2,8 l’importo dell’assegno sociale.
Come uscire dal lavoro indipendentemente dall’età
Ma esistono altre soluzioni per lasciare il lavoro indipendentemente dal raggiungimento di una determinata età anagrafica? Vuoi che sia 67 anni con la vecchiaia o 63 con Ape Sociale e 58-59 con Opzione Donna?
L’unica strada al momento percorribile è quella di Quota 41 riservata ai lavoratori precoci. Ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi. E hanno alle spalle almeno 12 mesi di contributi versati prima di aver compiuto 19 anni.
In questo caso bastano 41 anni di lavoro per accedere alla pensione anticipata a prescindere dall’età anagrafica. Opzione che vale fino al 31 dicembre 2026 e quindi non necessita di interventi legislativi di rinnovo per il prossimo anno.
Per ottenere la pensione con Quota 41 è, però, necessario soddisfare anche una delle seguenti condizioni:
- trovarsi in stato di disoccupazione
- essere invalido civile con percentuale non inferiore al 74%
- essere caregiver
- svolgere o aver svolto lavori gravosi e/o usuranti.
Come noto, i sindacati premono per estendere Quota 41 anche ai lavoratori non precoci per dare loro la possibilità di lasciare il lavoro dopo 41 anni di attività. Le speranze che ciò avvenga, però, sono ridotte al lumicino per questioni di bilancio e, soprattutto, dopo il tonfo della Lega alle elezioni.