Chi rischia di restare tre mesi senza pensione dopo la riforma

Chi rischia di restare tre mesi senza pensione dopo la riforma? Ecco cosa aspettarsi con la prossima Manovra.
2 mesi fa
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Foto © Pixabay

Dopo la riforma c’è chi rischia di restare tre mesi senza pensione. Come canta Max Gazzè con il brano Vento d’estate: “Ho lasciato scappar via l’amore, l’ho incontrato dopo poche ore. È tornato senza mai un lamento, è cambiato come cambia il vento”. Tanti sono i cambiamenti con cui ognuno di noi deve fare i conti nel corso della vita. Alcuni di questi sono di poco conto, mentre altri rischiano di avere un pesante impatto sulla nostra esistenza.

Lo sanno bene i tanti lavoratori che guardano sempre con circospezione le varie novità introdotte dal governo sulle pensioni.

Questo poiché temono un inasprimento dei requisiti che potrebbe ritardare ulteriormente la data di uscita dal mondo del lavoro.

Uno degli obiettivi di legislatura del governo guidato da Giorgia, d’altronde, è quello di allontanare lo spettro della legge Fornero. Un obiettivo ambizioso che si scontra con una dura realtà: ovvero risorse pubbliche insufficienti a dare il via, nel breve periodo, ad una riforma strutturale.

Da Quota 41 light al prolungamento delle finestre mobili: cosa aspettarsi

Tante le ipotesi emerse nel corso dell’ultimo periodo per quel che concerne il mondo delle pensioni. Tra queste la possibile introduzione di Quota 41 light. Grazie a tale misura i lavoratori potrebbero andare in pensione a qualsiasi età, a patto di aver maturato almeno 41 anni di contributi. Per rendere tale soluzione economicamente sostenibile per le casse dello Stato, l’assegno pensionistico verrebbe calcolato con il sistema contributivo. In questo modo i pensionati percepirebbero una pensione più bassa, con un taglio che potrebbe addirittura raggiungere il 30%.

Sempre al fine di ridurre i costi a carico dello Stato, il governo potrebbe optare per il prolungamento delle finestre mobili. In base alla normativa vigente, ricordiamo, gli uomini possono accedere alla pensione anticipata ordinaria, a prescindere dall’età anagrafica, a patto di aver maturato 42 anni e 10 mesi di contributi.

Per le donne tale la soglia è di 41 anni e 10 mesi di contributi. A tal proposito, come spiegato sul sito dell’Inps:

“Per coloro che hanno maturato il requisito contributivo dal 30 gennaio 2019 in poi (ossia dalla data di entrata in vigore del decreto-legge 28 gennaio 2019, n. 4) il diritto alla decorrenza del trattamento pensionistico si consegue, altresì, trascorsi tre mesi dalla maturazione del predetto requisito, cosiddetta finestra“.

Chi rischia di restare tre mesi senza pensione dopo la riforma

Con la prossima legge di Bilancio, inoltre, il governo potrebbe decidere di aumentare dagli attuali tre mesi a sei mesi la finestra mobile per uscire dal mondo del lavoro con la pensione anticipata ordinaria. Già con l’ultima Manovra, d’altronde, il governo ha prolungato le finestre mobili per Quota 103, aumentando da 3 mesi a 7 mesi per quanto riguarda il settore privato e da 6 mesi fino a 9 mesi per il pubblico. Si tratta comunque, è bene sottolineare, solo di ipotesi. Non è ancora dato sapere quali misure metterà effettivamente in campo il governo a partire dal prossimo anno.

L’ipotesi più accreditata e che si opti per una proroga delle misure attualmente in vigore, rimandando così ulteriormente l’attuazione della tanto attesa riforma delle pensioni. Si resta in attesa di comunicazioni ufficiali da parte delle autorità competenti per conoscere il futuro del sistema pensionistico italiano e, soprattutto, capire se dopo la riforma ci saranno persone che rischieranno davvero di restare per un bel po’ di tempo senza pensione.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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