Il mondo dei bonus edilizi (ristrutturazione, bonus 110, bonus facciate, ecc.) e quello della relativa cessione del credito versa ancora in una fase di difficoltà. La causa è l’ingarbugliata normativa e cavilli burocratici che bisogna superare. A ciò si è aggiunta la limitazione al numero di cessione crediti che il legislatore ammette. Limitazioni accompagnate anche dal restringimento della platea di soggetti verso cui è ammessa la cessione stessa.
Tuttavia, una soluzione per chi, avendo fatto i lavori a casa, invece che godere della detrazione fiscale, vuole optare per la cessione del credito, a volte la si trova in famiglia.
Cedere il credito ad un parente è una strada certamente percorribile.
La cessione del credito al parente, modalità d utilizzo
La cessione del credito al parente comporta poi il problema di come quest’ultima a sua volta potrà utilizzare il credito acquisto.
Diciamo subito che le regole restano le stesse previste nel caso di cessione a terzi soggetti fuori dalla famiglia. Quindi, il parente può utilizzare il credito con una delle seguenti modalità:
- in compensazione, nel Modello F24, per pagare altre imposte e contributi, come ad esempio:
- imposte sui redditi
- Iva
- Irap
- contributi previdenziali dovuti da titolari di posizione assicurativa
- contributi previdenziali e assistenziali dovuti dai datori dei lavori
- premi per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro
- imposte sostitutive
- imu
- ecc.
- oppure è ammessa l’ulteriore cessione a terzi soggetti.
Non è ammesso invece l’utilizzo in compensazione direttamente in dichiarazione redditi (Modello 730 o Modello Redditi). Questa, infatti, è una possibilità non prevista dall’art. 121 decreto-legge n. 34 del 2020.
Quest’ultimo prevede come modalità di utilizzo del credito esclusivamente le due che abbiamo esposto (quindi, compensazione in F24 o ulteriore cessione a terzi).