La Giorgiona nazionale si immola per la causa. No, non esageriamo, non pensiamo che Trump possa prenderla a schiaffi (o possiamo aspettarci davvero di tutto dal Tycoon?). La Meloni sta per partire per il suo viaggio diplomatico e cercare di calmare il presidente USA sui dazi commerciali? Ce la farà? Certo che ce la farà (chissà perché mentre lo diciamo, ci viene in mente Ezio Greggio nel suo sketch al Drive In: “Ce la fa, ce la fa. Non ce la fa, non ce la fa!”).
Giorgia Meloni sceglie la via diplomatica e personale per affrontare un nodo cruciale nei rapporti tra Europa e Stati Uniti: quello dei dazi commerciali.
La presidente del Consiglio ha annunciato l’intenzione di recarsi direttamente da Donald Trump, con un chiaro obiettivo politico: aprire un canale preferenziale tra Italia e Stati Uniti per scongiurare un’escalation protezionistica che potrebbe danneggiare le imprese italiane, in particolare quelle legate all’export.
Meloni, consapevole della posta in gioco, ha dichiarato: “Ci parlo io”, riferendosi all’ex presidente americano tornato al centro della scena politica con la sua nuova corsa alla Casa Bianca. Una frase che, più che una battuta, suona come una strategia: costruire un rapporto diretto con l’uomo forte del Partito Repubblicano per tutelare gli interessi economici italiani e rilanciare il ruolo dell’Italia come ponte tra Europa e USA.
Un asse Roma-Washington per superare Bruxelles
La scelta di Meloni di interloquire con Trump si inserisce in un quadro più ampio, che vede da tempo tensioni tra le istituzioni europee e quelle americane su temi come i sussidi all’industria, l’autonomia strategica e i dazi sulle auto elettriche.
Bruxelles ha assunto un atteggiamento più rigido, considerando l’imposizione di misure correttive nei confronti delle importazioni americane, ma la premier italiana preferisce un approccio diverso: l’interlocuzione personale.
Secondo fonti vicine a Palazzo Chigi, Meloni sarebbe convinta che un rapporto bilaterale forte possa ottenere più risultati rispetto alle lungaggini dei tavoli comunitari. E in quest’ottica si spiega il viaggio in preparazione negli Stati Uniti, dove la premier potrebbe incontrare Trump anche prima delle elezioni presidenziali del novembre 2024. Il messaggio è chiaro: l’Italia vuole giocare un ruolo da protagonista e non da comprimario nella definizione delle nuove regole del commercio internazionale.
Meloni e Trump: il nodo dei dazi sulle auto e non solo
Il cuore del problema riguarda l’export europeo e, in particolare, quello italiano. Con Trump che promette una stretta su diversi settori — tra cui quello automobilistico e agroalimentare — le imprese del Made in Italy rischiano di essere le prime vittime di una politica commerciale più aggressiva.
I dazi americani potrebbero colpire prodotti chiave per l’economia italiana: vini, formaggi, pasta, ma anche componenti industriali e macchinari. Un danno che potrebbe superare i miliardi di euro, secondo alcune stime delle associazioni di categoria. Meloni è decisa a scongiurare questo scenario e a far valere il peso dell’Italia, in virtù del suo ruolo geopolitico e del contributo che dà alla stabilità internazionale.
Va ricordato che l’Italia è uno dei principali partner commerciali degli Stati Uniti in Europa. In particolare, il settore agroalimentare ha visto una crescita costante negli ultimi anni, ma è anche uno dei più esposti al rischio di ritorsioni tariffarie. Meloni sa che una buona relazione con Trump potrebbe salvaguardare queste filiere strategiche, proteggendo decine di migliaia di posti di lavoro.
Meloni, una mossa politica che guarda anche al futuro
Il viaggio da Trump è anche un segnale sul piano interno. La premier vuole mostrarsi come una leader autonoma e capace di gestire i grandi dossier internazionali senza dipendere da Bruxelles. Questo potrebbe rafforzare la sua posizione all’interno della maggioranza e darle nuovi argomenti in vista delle elezioni europee.
Inoltre, in un’Europa sempre più frammentata tra interessi divergenti, Meloni sta tentando di costruire un nuovo asse sovranista con Trump, in grado di influenzare le dinamiche globali e di riscrivere i rapporti di forza anche all’interno dell’Unione. Un progetto ambizioso, che però richiede abilità politica e capacità negoziale.
Se l’incontro con Trump andrà in porto, e soprattutto se porterà a una moratoria o a una riformulazione dei dazi in chiave più favorevole all’Italia, la premier potrebbe ottenere una delle sue vittorie più significative sul piano diplomatico. Al contrario, se il tentativo fallisse, si troverebbe esposta a nuove critiche da parte di chi la accusa di voler bypassare i meccanismi comunitari.
In sintesi.
- Meloni vuole incontrare Trump per fermare i dazi USA e proteggere l’export italiano, puntando su un dialogo diretto.
- L’obiettivo è evitare misure dannose per settori chiave come auto, agroalimentare e macchinari.
- La mossa rafforza il profilo internazionale della premier e mira a influenzare i futuri equilibri UE-USA.