Stando alle linee guida sulle emissioni dei titoli di stato nel 2024, il Tesoro non ha escluso il ritorno per l’anno prossimo dei BTp Futura. Dipenderà dalle condizioni di mercato e dalla valutazione della domanda. La stessa apertura, ma con toni più possibilisti, c’è stata nei riguardi dei BTp Italia, i titoli indicizzati all’inflazione italiana. Ancora più probabile, poi, l’emissione di un altro BTp Valore dopo il successo delle prime due operazioni. Esse hanno raccolto quest’anno quasi 35,5 miliardi di euro, andando ogni rosea previsione e battendo tutti i record precedenti sul mercato “retail”.
Di BTp Futura ne furono emessi quattro tra il 2020 e il 2021, cioè in piena pandemia e sotto il secondo governo Conte e quello guidato da Mario Draghi. Ebbero un successo relativo. Non ci fu effettivamente una corsa alla sottoscrizione per tante ragioni. Se non vi ricordate le caratteristiche salienti, vi diamo una rinfrescata.
Come funzionano i BTp Futura
Per BTp Futura s’intendono titoli di stato con cedole step up o crescenti fino alla scadenza. Essi corrispondono agli investitori cassettisti, ossia che portano il bond a scadenza, un premio fedeltà. Da questo punto di vista, esistono forti similitudini ai BTp Valore. Tuttavia, il premio fedeltà non è fisso, bensì legato all’andamento del PIL nominale. Inoltre, le emissioni furono aperte anche agli investitori istituzionali con una sessione dedicata, come del resto avviene anche per i BTp Italia.
I BTp Futura vennero battezzati per raccogliere risorse da destinare alla lotta alla pandemia. I quattro titoli emessi hanno scadenza rispettivamente nel 2028, 2030, 2033 e 2037. Trattano tutti a forte sconto sul mercato secondario, in quanto le cedole fissate furono allora molto basse per le condizioni di mercato attuali. Il bond più longevo, ad esempio, si acquista per appena 74 centesimi. Chi lo sottoscrisse, virtualmente registra oggi una perdita del 26%.
Emissione improbabile nel 2024
A nostro avviso, resta improbabile una quinta emissione nel 2024.