Cin per gli affitti brevi obbligatorio dall’1 settembre, la richiesta sarà possibile solo online

Il Cin per gli affitti brevi diventa obbligatoria dal prossimo 1 settembre e si può farne richiesta solo online.
1 mese fa
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Affitti brevi, Firenze chiude ai turisti

Dopo una prima fase sperimentale iniziata lo scorso 3 giugno nelle regioni Puglia, Veneto, Lombardia, Calabria, Abruzzo e Marche, il Cin per gli immobili adibiti agli affitti brevi diventerà obbligatorio su tutto il territorio nazionale. L’acronimo sta per Codice identificativo nazionale ed è previsto dal decreto Santanchè. Esso è necessario per tutti gli immobili destinati ad uso turistico, siano essi strutture ricettive alberghiere o extra-alberghiere. Dall’inizio del prossimo mese dovrà essere esposto all’esterno dell’immobile ed esibito su ogni sito in cui questi venga pubblicizzato.

Cin per affitti brevi e dispositivi di sicurezza

Qual è lo scopo del Cin per gli affitti brevi? Creare un registro nazionale in cui si ha traccia di tutti gli immobili locati ad uso turistico, così che anche si contrasti l’evasione fiscale. Inoltre, lo stesso decreto ha previsto obblighi in capo ai titolari relati alla sicurezza. Ciascuna struttura dovrà essere dotata di rilevatori di fumo e monossido di carbonio, nonché di un estintore per ogni piano collocato in un’area visibile e almeno uno per ogni 200 metri quadrati dell’immobile.

Il Cin per gli affitti brevi sarà composto da un codice di ricodifica del Ministero del Turismo, codice Istat della Provincia, codice Istat del Comune, codice di classificazione Istat e una sequenza alfanumerica casuale. Coloro ai quali era stato assegnato un codice provvisorio nella fase sperimentale, dovranno farne richiesta entro 30 giorni dall’entrata in vigore dell’obbligo. La mancata esposizione all’esterno dell’immobile o sui siti online comporta il pagamento di una sanzione da 500 a 5.000 euro. Il mancato possesso regolare, invece, è sanzionato da un minimo di 800 a un massimo di 8.000 euro. L’infrazione ai requisiti di sicurezza, invece, comporta una pena pecuniaria da 600 a 6.000 euro.

Richiesta possibile solo online

Ma come si ottiene il Cin per gli affitti brevi? La richiesta va effettuata solamente online, collegandosi al sito del Ministero del Turismo.

Per accedervi bisogna essere muniti di Spid o Certificato di Identità Elettronica (Cie), nonché dei dati catastali e l’allegato o autocertificazione sul rispetto dei criteri di sicurezza. Se la struttura è gestita secondo modalità imprenditoriali, va inserito anche il codice Ateco. A tale proposito, va ricordato che il suddetto decreto fa scattare la definizione di attività imprenditoriale a partire dal secondo immobile locato per finalità turistiche.

Questa definizione comporta il pagamento di una cedolare secca del 26% sui canoni riscossi, superiore al 21% finora imposta sugli affitti brevi. Tuttavia, il titolare ha la possibilità di scegliere quale dei due o più immobili sottoporre alla minore tassazione, facendolo risultare come primo. Ad esempio, se da una casa vacanza percepisco canoni annuali lordi per 10.000 euro e da una seconda per 7.000 euro, ho tutto la convenienza a definire primo immobile il primo, così da versare al fisco una minore imposta complessiva.

Modello Airbnb sotto accusa

Il Cin per gli affitti brevi, ossia le locazioni di durata non superiore ai 30 giorni nell’anno solare, si rivela una novità percepita come “punitiva” per il settore o gran parte di esso. Da tempo esiste una forte pressione in tutti gli stati europei (e non) per regolamentare questo mercato fiorente e sfuggente all’ordinaria legislazione in materia turistico-alberghiera. Il cosiddetto modello Airbnb è accusato di avere sottratto nelle grandi città migliaia di immobili altrimenti locati a scopo abitativo. E ciò avrebbe contribuito in misura determinante a far lievitare i canoni di locazione per le famiglie, lavoratori e studenti fuori sede.

Il discorso è molto più complesso. Nella sola città di Milano si calcolano 100 mila appartamenti sfitti. Anche ammesso che molti siano locati in nero, il problema resta quello di rendere più appetibile il mercato delle locazioni a lungo termine. E non si tratta soltanto di una questione squisitamente economica.

Spesso, le case vacanza sono locate per brevi periodi dell’anno e ciò porta nelle tasche dei proprietari un monte-canoni non dissimile da quello che riscuoterebbe siglando un contratto pluriennale. Tuttavia, i diritti di proprietà vengono quotidianamente sacrificati dall’assenza di tutele sufficienti contro inquilini morosi e spesso in malafede.

Cin per affitti brevi onere necessario

La rabbia diffusasi ultimamente in Europa contro il presunto overtourism ha spinto il legislatore a varare norme più stringenti sulle locazioni turistiche. Addirittura, le case vacanze saranno proibite a Barcellona dal 2028. A confronto, il Cin per gli affitti brevi è cosa da nulla. Un cedimento forse alla lobby (legittima) degli albergatori, ma che comporta anche il vantaggio di fare chiarezza su chi affitta cosa e in quali condizioni. Sarà più difficile sfuggire al fisco e al contempo pubblicizzare la propria struttura su un qualsiasi sito. E senza piattaforme internazionali come Booking ed Airbnb non si va molto lontano.

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Giuseppe Timpone

In InvestireOggi.it dal 2011 cura le sezioni Economia e Obbligazioni. Laureato in Economia Politica, parla fluentemente tedesco, inglese e francese, con evidenti vantaggi per l'accesso alle fonti di stampa estera in modo veloce e diretto. Da sempre appassionato di economia, macroeconomia e finanza ha avviato da anni contatti per lo scambio di informazioni con economisti e traders in Italia e all’estero.
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