Brutte notizie per gli ecologisti, ma anche per gli economisti, viste le possibili conseguente; le città più inquinate d’Italia sono davvero tante e c’è solo l’imbarazzo della scelta. Il rapporto “Mal’Aria di città 2025” di Legambiente ha rivelato che il 97% delle città italiane monitorate supera i limiti raccomandati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) per il particolato PM10 e il 95% per il biossido di azoto (NO2). Questa situazione pone gravi rischi per la salute pubblica e richiede interventi immediati per migliorare la qualità dell’aria nelle aree urbane più colpite.
Le città più inquinate per PM10
Nel 2024, 50 centraline in 25 città su 98 hanno superato il limite di 35 giorni annui con valori superiori a 50 µg/m³.
Le città con il maggior numero di sforamenti sono:
- Frosinone: 70 giorni
- Torino: 66 giorni
- Treviso: 63 giorni
- Mantova, Padova e Venezia: 62 giorni ciascuna
Questi dati evidenziano una situazione critica, soprattutto nella Pianura Padana, dove l’inquinamento atmosferico è amplificato da condizioni climatiche e geografiche sfavorevoli. Il biossido di azoto, derivante in gran parte dal traffico veicolare, presenta concentrazioni elevate nelle seguenti città:
- Milano: 39 µg/m³
- Torino: 37 µg/m³
- Napoli: 36 µg/m³
- Firenze: 35 µg/m³
- Palermo: 34 µg/m³
L’OMS consiglia di mantenere i livelli di NO2 sotto i 10 µg/m³, il che evidenzia come molte città italiane abbiano concentrazioni di inquinanti ben al di sopra dei limiti consigliati per la salute pubblica.
Azioni necessarie per ridurre l’inquinamento
Legambiente propone una serie di interventi per migliorare la qualità dell’aria nelle città più inquinate:
- Potenziamento del trasporto pubblico con più mezzi elettrici e una maggiore efficienza del servizio.
- Limitazioni alla circolazione dei veicoli inquinanti, con l’obiettivo di eliminarli dalle città entro il 2030 e istituire zone a basse emissioni.
- Sviluppo della mobilità sostenibile, con più piste ciclabili, aree pedonali e politiche urbane orientate a ridurre l’uso dell’auto privata.
- Efficientamento energetico degli edifici, con incentivi per la sostituzione degli impianti di riscaldamento più inquinanti.
- Riduzione delle emissioni agricole e zootecniche, in particolare nella Pianura Padana, dove l’accumulo di inquinanti è più marcato.
Senza azioni concrete, la situazione dell’inquinamento atmosferico in Italia continuerà a peggiorare, con conseguenze gravi per la salute pubblica e l’ambiente. Servono politiche strutturali e un impegno maggiore da parte delle amministrazioni locali e nazionali per garantire un’aria più pulita e un futuro più sostenibile per tutti.
Le sanzioni dell’U
Se l’Italia non rispetta i livelli di inquinamento imposti dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, rischia conseguenze gravi sia a livello economico che sociale e ambientale. L’Unione Europea ha già avviato diverse procedure di infrazione contro l’Italia per il mancato rispetto dei limiti di qualità dell’aria. Se la situazione non migliora, il paese rischia pesanti multe milionarie, che potrebbero gravare sul bilancio pubblico. Questi fondi potrebbero invece essere investiti in politiche di riduzione dell’inquinamento e miglioramento della qualità della vita.
L’esposizione prolungata agli inquinanti atmosferici come il PM10, il PM2.5 e il NO2 è associata a malattie respiratorie e cardiovascolari. Tra le principali conseguenze per la salute troviamo:
- aumento dei casi di asma, bronchiti croniche e polmoniti;
- incremento del rischio di infarto e ictus;
- riduzione dell’aspettativa di vita, con un aumento della mortalità prematura.
Secondo l’Agenzia Europea dell’Ambiente, ogni anno in Italia si registrano oltre 60.000 morti premature legate all’inquinamento atmosferico. L’inquinamento ha un impatto diretto sull’economia nazionale:
- Maggiori spese sanitarie: il Servizio Sanitario Nazionale deve sostenere costi elevati per curare malattie legate allo smog.
- Riduzione della produttività: l’aumento delle malattie porta a un maggior numero di assenze dal lavoro e a una riduzione della produttività lavorativa.
- Danni al turismo: le città con elevati livelli di smog possono perdere attrattiva turistica, con un impatto negativo sull’economia locale.
Città più inquinate e impatto sull’ambiente
Se l’Italia non riduce le emissioni di inquinanti, aumenteranno gli effetti negativi sull’ecosistema:
- degrado della qualità dell’aria e dell’acqua;
- acidificazione del suolo e perdita di biodiversità;
- maggiore impatto dei cambiamenti climatici, con eventi meteo estremi più frequenti.
Per evitare questi rischi, l’Italia deve adottare politiche efficaci, tra cui:
- potenziamento del trasporto pubblico e delle energie rinnovabili;
- limitazione dei veicoli più inquinanti;
- maggiori incentivi per la mobilità sostenibile e la riduzione delle emissioni industriali.
Se il paese non agirà in modo deciso, le conseguenze saranno sempre più gravi e difficili da gestire, con un impatto devastante sulla salute, sull’economia e sull’ambiente.
In sintesi.
- Frosinone, Torino, Treviso, Mantova, Padova e Venezia sono le città più colpite dal PM10, mentre Milano, Torino, Napoli, Firenze e Palermo hanno i livelli più alti di NO2.
- L’Italia rischia sanzioni dall’UE, un aumento delle morti premature (oltre 60.000 all’anno) e danni economici per sanità, turismo e produttività.
- Per migliorare la qualità dell’aria servono trasporto pubblico efficiente, mobilità sostenibile, riduzione delle emissioni industriali e investimenti in energie rinnovabili.