Altra doccia fredda per Stellantis, stavolta però a finire nell’occhio del ciclone è il gruppo in Spagna. Insomma, questo 2024 non può certo dirsi un anno fortunato per l’azienda, e meno male che è finito. In Spagna si sta svolgendo una vicenda legale che vede protagonisti migliaia di automobilisti e il colosso automobilistico Stellantis. L’Associazione iberica di clienti del Gruppo Stellantis (Afestel) ha intrapreso class action contro l’azienda, accusata di aver venduto veicoli dotati di motori PureTech con gravi difetti di fabbricazione. Questa class action mira a ottenere risarcimenti per i proprietari dei veicoli interessati, molti dei quali si sono trovati ad affrontare guasti meccanici significativi e costosi.
La class action contro Stellantis
Afestel, che rappresenta oltre 6.000 consumatori, ha presentato circa 100 richieste di risarcimento presso il tribunale di Vigo. L’ammontare complessivo delle richieste supera 1,15 milioni di euro, e ulteriori reclami sono attesi nei prossimi mesi. Al centro dell’accusa vi è la cinghia di distribuzione a bagno d’olio, una componente fondamentale dei motori PureTech. Secondo l’associazione, questa cinghia, progettata per migliorare efficienza e longevità, si è rivelata difettosa, causando guasti che hanno danneggiato in modo permanente i motori.
I veicoli coinvolti includono modelli di marchi come Peugeot, Citroën, Opel, DS e Jeep, che utilizzano motori PureTech da 1.2 litri. Afestel denuncia che Stellantis non abbia gestito adeguatamente la problematica, lasciando i consumatori senza una soluzione concreta nonostante i ripetuti reclami. Sebbene Stellantis abbia implementato alcune misure, come l’estensione della garanzia e modifiche alla cinghia per migliorarne la resistenza, queste azioni sono state considerate insufficienti dagli automobilisti coinvolti.
PureTech: pregi e difetti di un motore controverso
Il motore PureTech è stato celebrato per la sua tecnologia avanzata e l’efficienza nei consumi, tanto da vincere premi internazionali per l’innovazione.
Ad ogni buon conto, i problemi legati alla cinghia di distribuzione ne hanno minato la reputazione. Afestel ha riportato che il degrado precoce della cinghia può causare una serie di danni a cascata, tra cui:
- Malfunzionamento della pompa del vuoto.
- Aumento significativo del consumo di olio.
- Danni alle valvole e agli alberi motore.
Questi problemi non solo compromettono il funzionamento del veicolo, ma comportano costose riparazioni, spesso non coperte dalla garanzia. Gli automobilisti hanno segnalato una mancanza di riconoscimento del problema da parte dei concessionari, che attribuiscono i danni a una manutenzione inadeguata o al normale ciclo di vita del veicolo. La vicenda non si limita alle aule di tribunale. Afestel ha organizzato proteste pubbliche per aumentare la pressione su Stellantis e ottenere una risposta più incisiva. Una manifestazione si è svolta davanti allo stabilimento Stellantis di Figueruelas, e un’altra è prevista a Madrid il 21 dicembre.
Gli automobilisti coinvolti nella class action richiedono risarcimenti per i danni subiti e chiedono che Stellantis affronti il problema in modo trasparente. Afestel punta anche a sensibilizzare altri consumatori in Europa che potrebbero essere colpiti da problemi simili. Il caso spagnolo potrebbe infatti aprire la strada a ulteriori azioni legali collettive in altri Paesi.
Le risposte di Stellantis e le possibili implicazioni
Stellantis, che comprende marchi come Peugeot, Citroën e Opel, ha riconosciuto la problematica relativa ai motori PureTech e introdotto alcune misure correttive. Tra queste, oltre alla già citata estensione della garanzia, l’utilizzo di un nuovo tipo di olio motore per ridurre il rischio di degrado della cinghia e la sostituzione della componente con una versione più resistente nei modelli più recenti. Nonostante queste azioni, molti automobilisti ritengono che Stellantis non abbia fatto abbastanza.
Il caso ha sollevato interrogativi più ampi sulla responsabilità dei produttori automobilistici nei confronti dei consumatori e sull’efficacia delle normative che regolano la sicurezza dei veicoli. Se la class action avrà successo, Stellantis potrebbe essere costretta a pagare risarcimenti significativi e a rivedere le sue pratiche di gestione dei reclami. Inoltre, il caso potrebbe portare a una maggiore attenzione da parte delle autorità di regolamentazione europee nei confronti dei difetti di fabbricazione.
Un problema che si estende oltre la Spagna
La vicenda dei motori PureTech non è un caso isolato. Problemi simili sono stati segnalati in altri Paesi europei, dove i consumatori hanno denunciato guasti analoghi. In Francia, per esempio, alcune associazioni di consumatori stanno valutando la possibilità di avviare azioni legali simili.
Questo caso evidenzia l’importanza di una comunicazione trasparente tra i produttori automobilistici e i consumatori, nonché la necessità di affrontare tempestivamente i difetti di fabbricazione per garantire la sicurezza e la soddisfazione dei clienti. Per Stellantis, la gestione di questa crisi rappresenta una sfida significativa che potrebbe avere ripercussioni sulla sua immagine e sulla fiducia dei consumatori.
In sostanza, la class action spagnola contro Stellantis rappresenta un esempio emblematico di come i consumatori possano unirsi per difendere i propri diritti. Il caso mette in evidenza la necessità di una maggiore responsabilità da parte dei produttori e di un rafforzamento delle tutele per i clienti. Con migliaia di automobilisti coinvolti e potenzialmente milioni di euro in gioco, l’esito di questa vicenda potrebbe avere un impatto duraturo sull’industria automobilistica europea.
In sintesi.
- Afestel ha avviato una class action in Spagna per difetti nei motori PureTech chiedendo risarcimenti per guasti legati alla cinghia di distribuzione.
- Oltre ai procedimenti legali sono state organizzate manifestazioni con problemi segnalati come consumo eccessivo di olio e danni al motore.
- Il caso potrebbe estendersi ad altri Paesi con ripercussioni economiche e di immagine per Stellantis.