Un nuovo aggiornamento, dopo quello di luglio 2023, ha interessato il modello di Dichiarazione successione e volture catastali. Questa volta, il restyling si è reso necessario al fine di recepire l’allineamento dell’Agenzia Entrate alla consolidata giurisprudenza che ha ritenuto implicitamente abrogato il c.d. “coacervo successorio e donativo”.
In particolare, l’aggiornamento fa seguito alle precisazioni sul trattamento fiscale del citato istituto fornite dall’Agenzia Entrate nella Circolare n. 29 del 19 ottobre 2023.
Ma andiamo con ordine.
Quando scatta obbligo di dichiarazione successione
Ricordiamo che, la dichiarazione di successione è un adempimento che va fatto quando viene a mancare una persona per decesso.
Nel caso di obbligo, alla presentazione sono dovuti gli eredi entro 12 mesi dalla data del decesso. Basta che la presenti uno solo di loro per liberare anche gli altri. La presentazione è telematica all’Agenzia delle Entrate.
Se nell’asse ereditario ci sono immobili (case, terreni, ecc.) è altresì necessario fare le volture catastali. Si tratta di un adempimento che può farsi direttamente con la presentazione del modello di dichiarazione di successione.
Cos’è il coacervo successorio e donativo
La legge sul coacervo successorio e donativo è l’art. 8, comma 4, del Testo unico delle disposizioni concernenti l’imposta sulle successioni e donazioni (TUS). È un qualcosa che entra in gioco quando si deve fare il calcolo dell’imposta di successione e di mezzo c’è anche la donazione fatta in vita agli eredi da chi è deceduto.
Se badiamo al significato di “coacervo” è immediatamente chiaro a cosa serve questo istituto. La parola significa “cumulo”.
L’imposta di successione è soggetta ad una franchigia.
L’istituto del coacervo in sostanza dice che quando si calcola la franchigia bisogna tener conto anche di tutti i precedenti atti di trasferimento a titolo gratuito fatti dal de cuius quando ancora era in vita (donazioni).
Se quindi, ad esempio, nell’asse ereditario c’è un immobile del valore di 700.000 euro e inoltre, quando, il deceduto era in vita ha donato ai figli un’altra casa di 600.000 euro, in tal caso, la legge dice che bisogna fare la somma tra i due valori. Quindi, 1.300.000 euro. La franchigia è superata e allora scatta l’imposta di successione, ossia il 4% da applicare a 300.000 euro.
Il coacervo è abolito: aggiornato il modello dichiarazione successione
A questo scopo nel modello di dichiarazione di successione è (anzi era) presente il quadro ES dedicato agli atti di donazione fatti in vita dal deceduto a favore degli eredi e legatari.
Poiché per la giurisprudenza (si veda ad esempio Ordinanza Cassazione con le pronunce n. 25909/2020, n. 27827/2020, n. 3989/2021, n. 10171/2022, n. 11422/2022 e n. 17623/2022), l’istituto del coacervo deve ritenersi implicitamente abrogato, l’Agenzia Entrate ha prima recepito tale orientamento e poi aggiornato il modello di dichiarazione successione.
In dettaglio è eliminato il menzionato quadro ES. Inoltre, nel provvedimento di aggiornamento del modello di dichiarazione successione è anche detto che la nuova modulistica va utilizzata a partire dal 9 novembre 2023.
Riassumendo…
- la dichiarazione di successione NON è sempre obbligatoria
- scatta l’obbligo, ad esempio, quando nell’asse ereditario ci sono immobili
- si presenta (telematicamente) all’Agenzia Entrate
- la devono presentare gli eredi entro 12 mesi dal decesso
- la giurisprudenza ritiene implicitamente abrogato il coacervo successorio e donativo
- l’Agenzia Entrate ha recepito l’orientamento della giurisprudenza e aggiorna il modello di dichiarazione successione
- nel modello aggiornato è eliminato il quadro ES dedicato alle donazioni in vita fatte dal deceduto
- il nuovo modello è in vigore dal 9 novembre 2023.