Sicuramente, tra le cose più discusse degli ultimi mesi, c’è il Codice della Strada. Le modifiche introdotte dal governo, ma soprattutto dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, hanno subito suscitato molte polemiche. Le posizioni tra la maggioranza e le opposizioni sono diametralmente opposte sulle novità introdotte con la riforma.
Secondo la maggioranza, in sostanza, è cambiato poco perché, a parte alcuni inasprimenti delle sanzioni, le regole erano già previste in precedenza. Le opposizioni, invece, sostengono che si tratti di un modo come un altro per fare cassa sulle spalle degli automobilisti.
Inoltre, la modifica del Codice della Strada è finita al centro di una polemica a distanza che ha coinvolto anche noti volti dello spettacolo, come Vasco Rossi, il quale ha criticato duramente la novità introdotta da Salvini in merito ai controlli e alle sanzioni per chi viene sorpreso alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti.
Oggi, però, la questione registra un nuovo capitolo, perché alcune sentenze della Cassazione di fatto bloccano la riforma del Codice della Strada voluta dal Ministro. Cosa significa tutto questo?
Codice della Strada, le nuove regole bocciate in anticipo, cosa cambia adesso?
La Suprema Corte di Cassazione contro la riforma del Codice della Strada. Di fatto, giudici contro la riforma Salvini. Le modifiche al Codice, infatti, hanno preso il nome del Ministro che le ha fortemente volute. Non è la prima volta che tra Salvini e la Magistratura si creano posizioni molto diverse. Ora, anche la riforma voluta dal leader della Lega finisce nel mirino degli ermellini.
Anche se i casi esaminati dalla Cassazione si riferiscono a controlli effettuati prima che le nuove norme entrassero in vigore, alcune sue pronunce in materia di test antidroga stridono fortemente con le novità.
Regole che, a detta degli ermellini, potrebbero persino generare falsi positivi.
Tutto ruota intorno al fatto che, secondo i dettami della riforma, non è necessario disporre di prove concrete sull’alterazione psicofisica del conducente per finire nei guai dopo un controllo. Secondo la Suprema Corte, invece, non possono esserci dubbi sulla necessità di prove certe per accertare l’effettiva alterazione psicofisica del guidatore.
Una sentenza della Cassazione, infatti, contrasta con l’articolo 187 del Codice della Strada in merito alla guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti. In poche parole, è bocciato il punto della riforma che considera pienamente sufficiente il test antidroga: se positivo, basterebbe per essere incriminati come conducenti alla guida sotto l’effetto di stupefacenti e, quindi, fuori legge.
Servono controlli più approfonditi del semplice esame delle urine
Proprio questo netto inasprimento ha generato feroci polemiche sulla guida in stato di alterazione da sostanze. Il conducente, secondo il nuovo Codice, per essere ritenuto colpevole e incriminato non deve necessariamente essere trovato con prove inconfutabili di incapacità di guida.
Tuttavia, per la Cassazione, questo non è legittimo. È illecito incriminare chi è alla guida senza la conferma che sia effettivamente inidoneo. In realtà, la sentenza della Suprema Corte è anteriore all’entrata in vigore delle nuove norme, ma non cambia la sostanza.
Secondo tale orientamento giurisprudenziale, il solo esame delle urine non sempre è affidabile. In altre parole, la semplice traccia di sostanze stupefacenti non garantisce la certezza che il conducente fosse non idoneo alla guida. La pronuncia della Cassazione, infatti, considera l’esame del sangue come strumento indispensabile per verificare la reale inidoneità alla guida al momento del controllo.
La Corte di Cassazione, pur facendo riferimento a controlli antecedenti alle novità del Codice, si è espressa con la sentenza numero 2020 del 2025, da cui si evince come i giudici non intendano applicare i nuovi dettami. Anche perché, secondo loro, il solo esame delle urine può segnalare la presenza di sostanze persino dopo diversi giorni, senza che queste abbiano influito effettivamente sulla capacità di guida nel momento in cui si è verificato il controllo.
La verità è che Salvini è un alcolizzato asino…la legge ha rovinato più suoi compaesani che il resto d’Italia
Ridono tutti di noi italiani