Al via la sanatoria per colf, badanti e braccianti. Inizia oggi la campagna di regolarizzazione del personale domestico e agricolo extracomunitario e terminerà il 15 luglio 2020.
La sanatoria, fortemente voluta dalla ministra alle Politiche Agricole Teresa Bellanova, varata con il decreto Rilancio, costerà 500 euro a pratica e permetterà a migliaia di lavoratori irregolari di ottenere un valido contratto di lavoro e permesso di soggiorno per il nostro Paese.
Chi può essere regolarizzato
Secondo le stime del Viminale, si tratterà di circa 300.000 lavoratori già presenti in Italia da prima della pandemia, ma potrebbero essere anche di più.
Come fare domanda di regolarizzazione
Le domande per la regolarizzazione in Italia dei lavoratori domestici o agricoli extracomunitari potranno essere presentate solo online entro il 15 luglio 2020 allo sportello per l’Immigrazione presso le Questure (o all’Inps se si tratta di colf e badanti italiani o appartenenti alla Ue). La richiesta può essere dal datore di lavoro che in questo modo si autodenuncia stipulando un regolare contratto di lavoro subordinato o, in alternativa, perché intende dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare in corso.
Limiti di reddito
Il datore di lavoro dovrà dimostrare di possedere un reddito annuo non inferiore a 30.000 euro e pagare una sanzione di 400 euro più un forfait per i contributi pregressi (ancora da definire) nel caso voglia regolarizzare una posizione finora in nero. Il lavoratore otterrà quindi un regolare contratto di lavoro e relativo permesso di soggiorno. Tale soglia di reddito annuo scende a 20 mila euro annui in caso di nucleo familiare composto da un solo soggetto, ovvero non inferiore a 27mila euro annui in caso di nucleo familiare inteso come famiglia anagrafica composta da più soggetti conviventi. Stessa procedura potrà essere seguita dal lavoratore che potrebbe non avere un datore di lavoro disponibile o averne più di uno. In questo caso il migrante presenterà la domanda da solo presso la Questura chiedendo un permesso di lavoro temporaneo della durata di 6 mesi finalizzato alla ricerca di un lavoro. Se poi riuscirà a trovarlo, il documento originariamente rilasciato verrà trasformato in permesso di lavoro subordinato.