Colf e badanti saranno regolarizzati entro l’estate. Insieme a migliaia di braccianti agricoli, molti lavoratori domestici saranno presto inquadrati regolarmente ottenendo valido permesso di soggiorno.
La sanatoria, fortemente voluta dalla ministra alle Politiche Agricole Teresa Bellanova, varata con il decreto Rilancio, troverà applicazione entro l’estate e consentirà, sia la regolarizzazione di migliaia di colf e badanti con permessi scaduti, sia l’emersione del lavoro nero nel nostro Paese.
Chi può essere regolarizzato
In tutto si tratterà di circa 300.000 persone, secondo le stime del Viminale, ma potrebbero essere anche di più.
Non tutta la platea di colf e badanti, però, attualmente in Italia con contratti irregolari o permessi scaduti, potrà beneficiare della sanatoria. Il decreto ha fissato alcuni importanti requisiti da possedere per fare domanda e ottenere così la regolarizzazione. Sarà importante riuscire a dimostrare che si stava già in Italia prima dell’8 marzo scorso, cioè prima del lockdown. Allo scopo il cittadino extracomunitario dovrà essere stato registrato agli uffici Immigrazione presso le questure, sia attraverso l’acquisizione di rilievi foto e dattiloscopici, sia con la dichiarazione di ingresso in Italia ai sensi della legge 28 maggio 2007, n. 68 alle autorità di frontiera. Non solo, la norma prevede anche che non bisogna aver lasciato l’Italia dopo l’8 marzo 2020 e che non sia giunto provvedimento di espulsione o siano incorso indagini penali per reati di particolare gravità.
Come fare domanda di regolarizzazione
Le domande per la regolarizzazione in Italia dei domestici extracomunitari potranno essere presentate dal 1 giugno al 15 luglio 2020 allo sportello per l’Immigrazione presso le Questure (all’Inps se si tratta di colf e badanti italiani o appartenenti alla Ue). La richiesta può essere dal datore di lavoro che in questo modo si autodenuncia stipulando un regolare contratto di lavoro subordinato o, in alternativa, perché intende dichiarare la sussistenza di un rapporto di lavoro irregolare in corso.
Nell’istanza deve essere indicata la durata del contratto di lavoro e la retribuzione convenuta (non inferiore a quella prevista dal contratto collettivo di lavoro di riferimento). Il datore di lavoro dovrà pagare una sanzione di 400 euro più un forfait per i contributi pregressi (ancora da definire) nel caso voglia regolarizzare una posizione finora in nero. Il lavoratore otterrà quindi un regolare contratto di lavoro e relativo permesso di soggiorno. Stessa procedura potrà essere seguita
dal lavoratore che potrebbe non avere un datore di lavoro disponibile o averne più di uno. In questo caso il migrante presenterà la domanda da solo presso la Questura chiedendo un permesso di lavoro temporaneo della durata di 6 mesi finalizzato alla ricerca di un lavoro. Se poi riuscirà a trovarlo, il documento originariamente rilasciato verrà trasformato in permesso di lavoro subordinato.
Bonus da 500 euro
Colf e badanti potranno inoltre ottenere un bonus da 500 euro mensile per i mesi di aprile e maggio. Sarà necessario dimostrare di possedere regolare contratto come personale domestico non convivente per almeno 10 ore di lavoro settimanali. Il bonus sarà erogato dall’Inps in unica soluzione, previa domanda del lavoratore, nel limite di spesa complessivo 460 milioni per quest’anno.