Non hai superato il colloquio di lavoro? Dopo l’iniziale fase di delusione di norma è bene chiedersi quali sono stati i motivi. E se si trattasse di una giustificazione discriminatoria quali sono i diritti del candidato escluso e non assunto? Fare ricorso contro il responso di un colloquio di lavoro non è facile perché la decisione di chi seleziona le risorse umane si basa su una serie di considerazioni soggettive e non solo su valutazioni oggettive. Ma qual è il limite tra discrezionalità del recruiter e discriminazione?
Quando si fa un colloquio di lavoro quindi c’è, e questo è intuitivo, sempre un fattore di rischio e nessuno ha il diritto di essere assunto, neppure se pensa di avere un curriculum migliore e più valido o idoneo alla posizione vacante degli altri candidati.
Ecco le domande che non si possono fare al colloquio di lavoro
Sulle domande strane e (a volte sono in apparenza assurde) che vengono fatte in sede di colloquio di lavoro si potrebbero scrivere libri. Ma ci sono alcune domande che non possono essere fatte perché presuppongono considerazioni politiche o religiose ad esempio e possono portare a scelte discriminatorie o razziste. Più nello specifico l’articolo 8 dello Statuto dei lavoratori proibisce di interrogare il candidato sulla sua eventuale iscrizione ad un partito politico o sindacato.
Cosa che invece accade spesso e che molte non sanno: il datore di lavoro non può chiedere ad una candidata donna se ha sposata e ha figli o se vuole averne a breve.
In altre parole durante il colloquio ci si deve limitare alle domande che puntano a mettere in evidenza l’idoneità del candidato per quel ruolo specifico (che si tratti di doti personali o di caratteristiche professionali o titoli).
Come fare ricorso se si viene scartati ad un colloquio per motivi discriminanti
Se pensate che la decisione di non assumervi possa essere dipesa da una di queste ragioni non lecite che diritti avete? Il candidato potrà segnalare l’azienda all’autorità competente. Il datore che esclude un candidato valido per motivi legati alla religione, alla politica, al sesso o ad altre ragioni discriminatorie, commette illecito amministrativo ed è punibile con una multa da 5 mila a 10 mila euro. Non rileva il tipo di contratto proposto (la stessa sanzione si applica anche per la selezione di stagisti).
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