Alcune categorie di lavoratori hanno diritto ad andare in pensione a 61 anni. La legge riserva loro la possibilità di lasciare il lavoro in anticipo se rientrano in alcune particolari condizioni sociali maggiormente tutelate.
A parte le pensioni dei militari, una di queste è Opzione Donna che riguarda naturalmente solo le lavoratrici. Ma esiste anche Quota 41 riservata ai lavoratori precoci e le pensioni anticipate di taluni lavoratori notturni. Vediamo.
Opzione Donna
Le lavoratrici dipendenti o autonome possono andare in pensione anticipata già a 60 anni.
Ma il vincolo più stringente, da quest’anno, riguarda l’appartenenza a determinate categorie sociali svantaggiate fino allo scorso anno non contemplate da Opzione Donna. Dal 2023 per andare in pensione bisogna rientrare in una delle seguenti condizioni:
- Essere disoccupate a seguito di licenziamento o dipendenti di aziende in crisi;
- Invalide civili con il 74% di invalidità riconosciuta e definitiva;
Quest’ultimo caso riguarda le lavoratrici che, al momento della richiesta di pensione, assistono da almeno 6 mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità. Ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto i settanta anni di età oppure siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti.
Quota 41, la pensione dei lavoratori precoci
L’altra strada percorribile per uscire a 61 anni è quella di Quota 41 riservata ai lavoratori precoci. Ovvero coloro che hanno iniziato a lavorare da giovanissimi e hanno alle spalle almeno 12 mesi di contributi versati prima di aver compiuto i 19 anni.
In questo caso servono 41 anni di contributi totali per accedere alla pensione anticipata a prescindere dall’età anagrafica.
- trovarsi in stato di disoccupazione
- essere invalido civile con percentuale non inferiore al 74%
- essere caregiver
- svolgere o aver svolto lavori gravosi e/o usuranti.
Lavoratori usuranti e notturni
Altra chance per uscire a 61 anni è riservata ai lavoratori usuranti e/o notturni. Più precisamente si tratta di lavoratori che prestano attività in galleria, cava o miniera, ad elevate temperature o che lavorano per l’asportazione dell’amianto.
Vi rientrano anche i lavoratori notturni che prestano la propria attività per almeno 6 ore di notte, per almeno 72 giorni all’anno. Ma ci sono anche gli addetti alla linea di catena, i conducenti di veicoli destinati a servizio pubblico di trasporto collettivo, con un minino di 9 posti a sedere, e i palombari.
Per tutti, i requisiti per ottenere la pensione anticipata sono quelli di aver compito 61 anni e 7 mesi di età e avere un’anzianità contributiva di almeno 35 anni. Per i lavoratori autonomi serve un anno in più come requisito anagrafico.
Fra gli altri requisiti da rispettare, è necessario aver svolto l’attività di lavoro usurante per un periodo di tempo pari ad almeno 7 anni negli ultimi 10 anni. Oppure, per almeno la metà della vita lavorativa complessiva.