Mancare di poco il requisito contributivo utile alla pensione è una cosa comune a tanti contribuenti. A prescindere dalla misura, i contributi sono sempre fondamentali per poter accedere alla pensione. In alcuni casi ci vuole anche la giusta età. In altri casi invece, basta una determinata carriera di versamenti contributivi effettuati.
Ma se manca qualcosa da questo punto di vista? Versamenti volontari, riscatto, cumulo e così via. Sono questi gli strumenti che la normativa in vigore offre a chi si trova in questa situazione.
“Salve, ho 38 anni di contributi e 60 anni di età. Vorrei poter andare in pensione. Solo che mi mancano circa 5 anni per la pensione anticipata perché devo arrivare a 42,10. Stavo pensando di riscattare gli anni del mio corso di studio universitario. Secondo voi mi conviene?”
Come recuperare 5 anni di studio come utili alla pensione futura
Non sempre il riscatto della laurea è una buona mossa da parte di un contribuente. Cambia tutto da caso a caso. Partiamo con lo spiegare cos’è questo strumento. Con questo strumento si possono rendere utili alla pensione fino a 5 anni dedicati allo studio universitario. Purché tale periodo di studio sia coinciso con l’obiettivo finale, cioè il conseguimento della laurea.
Il riscatto è ad appannaggio di tutti, dai lavoratori dipendenti ai disoccupati e perfino agli inoccupati, perché anche chi non ha mai versato contributi può iniziare proprio dal rendere buoni fino a 5 anni dedicati al conseguimento della laurea. Lo strumento però non è gratuito come per esempio è il riscatto del periodo di servizio militare. Infatti occorre versare un corrispettivo economico per riscattare questi periodi.
Quanto costa riscattare la laurea?
I costi del riscatto della laurea variano in base al periodo dentro cui si incastonano gli anni dedicati allo studio universitario.
Infatti c’è anche la versione agevolata del riscatto della laurea, che riguarda i periodi successivi al 31 dicembre 1995. Una versione agevolata che può portare a un risparmio superiore al 65%. Nel sistema contributivo l’onere del riscatto è basato sugli ultimi 12 mesi di retribuzione, a partire dalla data di presentazione della domanda. Nel sistema retributivo il calcolo invece è più complesso, collegato com’è a età, retribuzione e genere.
Il riscatto della laurea tra versione agevolata e classica
Con il riscatto agevolato, che si basa sui contributi minimi che versano artigiani e commercianti, si spende circa 5.500 euro per ogni anno da riscattare. Che sia agevolato o meno si possono riscattare massimo 5 anni, perché per esempio gli anni fuori corso non possono essere commutati. Pertanto, se il nostro lettore avesse diritto al riscatto agevolato, per 5 anni che gli mancano alla pensione, dovrebbe spendere quasi 30.000 euro.
In linea di massima il riscatto agevolato è ammesso solo se il periodo di studio ricade nel sistema contributivo. Per periodi antecedenti il 1996, l’opzione è ammessa, ma serve optare per il calcolo contributivo della prestazione, che pertanto diventa più bassa anche di molto.
Chi invece sceglie la via del riscatto ordinario, deve considerare una spesa di almeno 4 volte tanto quella del riscatto agevolato. Il che spesso rende l’operazione riscatto difficile da mettere in pratica, soprattutto per riscatti di 3, 4 o 5 anni.
Come si fa a riscattare i periodi dello studio universitario?
A prescindere dal costo, chi fosse interessato, deve presentare una domanda all’INPS.
Sul portale ufficiale dell’Istituto c’è anche il simulatore che consente di calcolare in anticipo rispetto alla domanda, la cifra che si andrebbe a spendere con il riscatto della laurea. Infine va detto che il riscatto può essere utile oltre che per raggiungere la pensione, anche per calcolare in modo corretto l’importo della stessa. Infatti i contributi da riscatto sono utili tanto per il diritto che per la misura della pensione.