Come calcolare la pensione in modo corretto in base ai contributi versati: tre errori da non fare

Come calcolare la pensione in modo corretto in base ai contributi versati? Ecco tre errori da non fare assolutamente!
2 mesi fa
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Dopo la manovra che fine fa la pensione a 64 anni di età con 20 anni di contributi?
Foto © Pixabay

Per calcolare la pensione in modo corretto in base ai contributi versati è fondamentale non fare tre errori. Come canta Emma Marrone con il brano Le Cose Che Penso: “Ridi quando il tempo punta il dito sugli errori, punterà verso la luna quando arriveranno amori. Non avere pregiudizi sulle mani che hai davanti, anzi tu prendile se arrivano, stringile se tremano”. Nessuno di noi è perfetto e per questo motivo è più che normale che possiamo commettere degli errori.

Alcuni di questi, purtroppo, possono avere un pesante impatto sulla nostra esistenza.

Per questo motivo è fondamentale stare molto attenti a ciò che facciamo e, ove necessario e possibile, cercare di trovare una soluzione. Lo sa bene lo Stato che è continuamente al lavoro per mettere in campo delle misure volte a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico nostrano, tenendo conto delle distorsioni del passato.

Pensione, le differenze tra il metodo di calcolo contributivo, retributivo e misto

Stabilire a priori l’importo della pensione non è possibile. Questo perché sono diversi gli elementi che contribuiscono a determinare il valore finale, come ad esempio il metodo di calcolo utilizzato. Quest’ultimo differisce a seconda dell’anzianità contributiva maturata dal lavoratore al 31 dicembre 1995. Entrando nei dettagli, la pensione è calcolata con il sistema contributivo per coloro che alla data prima citata non hanno maturato contributi. Per coloro che al 31 dicembre 1995 hanno maturato un’anzianità contributiva pari o superiore a 18 anni, invece, si applica il sistema retributivo per i contributi maturati fino al 31 dicembre 2011. E’ utilizzato il metodo contributivo per i contributi maturati in seguito. Come spiegato sul sito dell’Inps, infatti, si applica a tutti i lavoratori:

“il sistema di calcolo contributivo sulla quota di pensione corrispondente alle anzianità contributive maturate a decorrere dal 1° gennaio 2012”.

Su quest’ultimo incide il coefficiente di trasformazione che è più alto all’aumentare dell’età in cui si va in pensione.

Ne consegue che più tardi si esce dal mondo del lavoro, più alto sarà l’importo dell’assegno pensionistico.

Come calcolare la pensione in modo corretto in base ai contributi versati

Per calcolare la pensione con il metodo contributivo bisogna applicare al montante contributivo il coefficiente di trasformazione, che differisce a seconda dell’età del lavoratore al momento in cui va in pensione. Ma come si calcola il montante contributivo? Ebbene, come spiegato sul sito dell’Inps, per determinare il montante individuale dei contributi bisogna:

  • individuare la base imponibile annua, cioè la retribuzione annua per gli iscritti alle gestioni pensionistiche dei lavoratori dipendenti ovvero il reddito annuo per gli iscritti alle gestioni previdenziali dei lavoratori autonomi, corrispondente ai periodi di contribuzione (obbligatoria, volontaria, figurativa, da riscatto, da ricongiunzione) fatti valere dall’assicurato in ciascun anno;

  • calcolare l’ammontare dei contributi di ciascun anno moltiplicando la base imponibile annua per l’aliquota di computo del 33% per i periodi di contribuzione da lavoratore dipendente, ovvero per l’aliquota di computo di anno in anno vigente per i lavoratori autonomi e per i parasubordinati;

  • sommare l’ammontare dei contributi di ciascun anno, rivalutato annualmente sulla base del tasso annuo di capitalizzazione risultante dalla variazione media quinquennale del PIL nominale, appositamente calcolata dall’ISTAT con riferimento al quinquennio precedente l’anno da rivalutare. Il tasso di capitalizzazione è stato modificato da ultimo dal decreto legge 21 maggio 2015, n. 65″.

Tre errori da non fare

Nel momento in cui si calcola la pensione con il metodo contributivo è bene non fare alcuni errori. Non parliamo di errori che possono compromettere l’accesso al trattamento o per cui si rischia di avere un assegno più basso. Bensì ci riferiamo a dei falsi miti da sfatare, come ad esempio quello dell’equità del sistema contributivo.

Non tutti, purtroppo, prenderanno con la pensione quanto versato nel corso della propria carriera lavorativa.  Non si può inoltre pensare che le pensioni dei lavoratori possano essere finanziate solamente con i contributi. Quest’ultimi, purtroppo, non sono sufficienti a sostenere il sistema pensionistico del nostro Paese senza gravare sulle tasche dello Stato.

Per finire, non bisogna utilizzare il sistema contributivo solamente per far quadrare i conti pubblici. Nel corso degli anni, infatti, i vari governi hanno trovato nel sistema contributivo la soluzione, immediata, per offrire delle misure di pensione anticipata senza gravare sul bilancio pubblico. Al fine di garantire a tutti i cittadini dei trattamenti equi, però, è fondamentale una riforma strutturale grazie a cui mettere in campo delle misure volte a garantire una sostenibilità nel lungo periodo.

Veronica Caliandro

In InvestireOggi.it dal 2022 si occupa di articoli e approfondimenti nella sezione Fisco. E’ Giornalista pubblicista.
Laureata in Economia Aziendale, collabora con numerose riviste anche su argomenti di economia e attualità. Ha lavorato nel settore del marketing e della comunicazione diretta, svolgendo anche attività di tutoraggio.

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