“Non è possibile fare l’imprenditore senza una notevole carica di ottimismo e di entusiasmo. L’ottimismo aiuta a vedere le possibilità dove gli altri non vedono nulla, ad immaginare delle soluzioni positive anche nelle crisi più gravi“, afferma Francesco Alberoni. Anche nei momenti di crisi, infatti, è fondamentale non abbattersi, bensì cercare di trovare una soluzione per risollevarsi.
Oltre all’entusiasmo, però, bisogna fare i conti anche con le questioni di carattere pratico. In particolare si deve prestare attenzione ai vari cambiamenti normativi, come quelli inerenti le partite Iva e la fatturazione elettronica.
Legge di bilancio 2023: requisiti regime forfettario
Attraverso la Legge di Bilancio 2023 il Governo Meloni ha introdotto dei nuovi requisiti per accedere al regime forfettario. Entrando nei dettagli, a partire dal prossimo anno il tetto massimo dei ricavi e dei compensi percepiti aumenta da 65 mila euro a 85 mila euro. Su questi importi verrà applicata l’imposta sostitutiva pari al 15% o al 5% per i primi cinque anni di attività. Se si supera quota 85 mila euro sarà applicata la flat tax fino a un massimo di 100 mila euro. Oltre tale soglia, invece, si esce automaticamente o dal regime forfettario.
Come cambiano le regole sulle fatture elettroniche nel 2023
Dal 1° gennaio 2019 c’è l’obbligo di emettere la fattura elettronica in caso di cessione di beni e servizi tra due operatori Iva oppure da un operatore Iva verso un consumatore finale. Nel corso del 2022 è stata ampliata la platea di coloro che devono optare per tale sistema. A partire dal 1° luglio 2022, infatti, la maggior parte dei contribuenti in regime forfettario è dovuta passare dalla fattura cartacea a quella elettronica. Sono esonerati da tale obbligo solamente chi ha ricavi e compensi inferiori a quota 25 mila euro. Anche nel corso del 2023 verranno mantenuti gli stessi requisiti.
Proroga divieto fattura elettronica per le prestazioni sanitarie: in attesa dell’emendamento
Si resta in attesa di chiarimenti, invece, per quanto riguarda le prestazioni sanitarie. Al momento, infatti, vi è il divieto di optare per la fatturazione elettronica perché non vi sono tutele adeguate per la privacy dei pazienti. Lo stop dell’obbligo è in vigore fino al 31 dicembre 2022. Nel disegno di legge della Manovra, però, non vi è alcun cenno in merito a una possibile proroga. Dato che non sono state introdotte tutele ad hoc per la privacy dei pazienti, comunque, si ipotizza che la proroga di questo stop potrebbe giungere grazie a un emendamento alla Legge di Bilancio.