In queste settimane di emergenza coronavirus la maggior parte delle persone si chiedono quando finirà tutto questo e soprattutto quando tutto tornerà alla normalità. Secondo un’analisi di Gordon Lichfield, direttore di MIT Technology Review, in realtà molte cose non torneranno più come una volta.
Come cambierà o potrebbe cambiare la vita di tutti
Come scrive il Corriere, in un recente articolo, che riporta l’analisi di Lichfield, parlare di normalità tra qualche settimana o mese non è corretto. Il coronavirus, anche a lungo termine, cambierà in maniera radicale il modo in cui si esce per socializzare, fare shopping, andare a lavoro, fare sport e tutte quelle attività che oggi invece sono limitate.
Non è difficile immaginare un modo in cui i cinema potranno ospitare meno persone per rispettare le distanze di sicurezza, le palestre chiederanno di prenotare allenamenti per evitare la folla, le compagnie aeree faranno uso di servizi per tracciare chi è stato vicino a infetti con scanner della temperatura posizionati anche nei luoghi di lavoro mentre per entrare nei locali potrebbero venire richiesti dei documenti o una prova d’immunità ai virus.
Accelerazione dello smart working
Meno pessimista il punto di vista di Yuval Noah Harari, storico israeliano, che sul Financial Times ha analizzato gli effetti a lungo termine di questa pandemia. Secondo Harari molti provvedimenti di emergenza come lo smart working o l’e-learning potrebbero subire una grande accelerata anche dopo la fine dell’emergenza ma, d’altro canto, i governi potrebbero obbligare le persone a portare un bracciale per vedere se abbiamo la febbre o se la pressione è buona oppure no. Una sorta di grande fratello sanitario che come tutte le cose avrà lati negativi e positivi.
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